Adolfo Urso è convinto di riuscire laddove la Bce e la Fed ancora non ce l’hanno fatta. Ovvero a contenere l’inflazione. Col suo patto anti-rincari pensa di riuscire a fermare la corsa dei prezzi che, benché in frenata, continuano a mantenersi su livelli molto elevati, con il carrello della spesa che segna un +9,6%.
Un andamento che continua a pesare sul potere d’acquisto e sui consumi delle famiglie. Ieri l’industria, dopo la precedente adesione della grande distribuzione organizzata e del commercio, ha confermato di voler partecipare al patto voluto dal ministero di Urso. E anche le associazioni dell’artigianato Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno ribadito il loro impegno contro il caro-prezzi in una lettera al ministro.
I facili entusiasmi di Urso
Sono molto soddisfatto, il sistema Italia unito parteciperà a questo trimestre di inflazione per contenere i prezzi di beni a più largo consumo non soltanto alimentari, dal primo d’ottobre al 31 dicembre”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, al termine dell’incontro con i vertici di Federalimentare, Unionfood, Centromarca e Ibc che ha sbloccato l’accordo.
Queste organizzazioni hanno presentato una lettera di intenti, che è stata accolta dal ministro. La lettera le impegna. tra l’altro, a chiedere alle proprie associate di “valutare, nel rispetto della libera concorrenza e della strategia di ciascuna impresa e su base volontaria, di sviluppare iniziative di politica commerciale tese a contrastare l’inflazione” sui prodotti individuati.
Il paniere tricolore di prodotti di largo consumo
Il trimestre in questione avrà “un paniere tricolore” di prodotti di largo consumo, alimentari e non – che secondo le parole di Urso – darà “un colpo definitivo all’inflazione”. Ma i termini del patto continuano a rimanere fumosi. Ci sono poco più di 20 giorni per definire le iniziative promozionali, che possono essere adottate in modalità flessibile dalle imprese, ed entro il 23 settembre le associazioni dovranno comunicare le aziende aderenti al Mimit.
Saranno riconoscibili dal bollino tricolore con la scritta “Trimestre anti-inflazione” esposto in vetrina. Le associazioni dei consumatori rimangono, per utilizzare un eufemismo, scettiche. “Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato che le industrie parteciperanno al trimestre anti-inflazione. Ma per fare cosa? Quali impegni precisi ha preso il settore industriale?”. Sono le domande sollevate dal presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona.
“C’è un elenco dettagliato dei prodotti – ha aggiunto Dona – con un obbligo di tutta la filiera a ridurre i prezzi praticati, tornando ad esempio a quelli del 2021? Oppure la bozza è ancora quella da noi visionata in cui ci si impegna a diventare più buoni, senza dire come, lasciando a ogni attore la possibilità di scegliere gli articoli del carrello della spesa che preferisce, magari quelli che già stanno scendendo di prezzo?”.
In assenza di controlli, il paniere anti-inflazione voluto dal Governo rischia di rimanere una arma spuntata e di non incidere sulla vita concreta degli italiani, alleggerendone la spesa quotidiana, sostiene il Codacons. “Tardano a pervenire delucidazioni sui contenuti per comprendere la reale efficacia di tale accordo che, così come si sta delineando, sembra più una dichiarazione di intenti e, soprattutto, uno spot promozionale per Governo e aziende, che una reale misura di contrasto ai rincari”, spiega Federconsumatori. Il tutto mentre non si arresta la corsa dei carburanti. La benzina in modalità self è a 1,969 euro al litro.