Fake news. Le ministre della salute e della difesa, Giulia Grillo ed Elisabetta Trenta, bollano così le ultime notizie sulla gestione da parte loro del tema dell’uranio impoverito. Ieri hanno diffuso una nota per ribadire il loro impegno sull’annosa piaga e denunciare i “poco informati” che avrebbero strumentalizzato la vicenda. Peccato che sempre ieri il Tar della Toscana sia arrivato a commissariare la Difesa dopo che il dicastero ha ignorato una sentenza definitiva, con cui è stato condannato a risarcire la moglie e la figlia di un carabiniere morto proprio a causa dell’esposizione all’uranio impoverito durante le missioni svolte nei Balcani.
IL PUNTO. Non si contano più le sentenze con cui il Ministero della difesa è stato condannato a risarcire le vittime dell’uranio impoverito, militari inviati in Bosnia e Kosovo senza protezioni, in aree contaminate dai proiettili contenenti la micidiale miscela, che al loro ritorno sono stati colpiti dal cancro. Un quadro pesante, emerso anche dalla commissione d’inchiesta Scanu, che sulla vicenda ha indagato nella scorsa legislatura e di cui ha fatto parte anche l’attuale ministra Grillo. Poi, a maggio, proprio Grillo e Trenta hanno presentato alla Camera una relazione redatta da burocrati che nega il nesso di causalità tra le missioni nei Balcani e le patologie di cui sono stati vittime diversi militari.
“Solo un atto dovuto”, hanno assicurato dallo staff della Trenta appena La Notizia ha parlato di quel dossier-shock. Ma proprio quel carteggio, come provano i documenti che La Notizia ha potuto esaminare, è stato inviato dalla Difesa all’Avvocatura dello Stato per depositarlo nei contenziosi aperti dalle vittime che chiedono giustizia. Di questo, nella nota diffusa ieri in cui parlano di fake news, Grillo e Trenta non fanno cenno. Anzi la ministra della salute sostiene che la battaglia per far ottenere i risarcimenti alle vittime è una “bandiera del Movimento” e quella della difesa che sta lavorando a una legge per “salvaguardare le vittime da ogni possibile ostruzionismo dell’amministrazione”. Insomma per fare il contrario di quello che proprio la Difesa sta facendo attualmente nei processi.
LA BACCHETTATA. Proprio ieri, in concomitanza con la nota delle due ministre, il Tar della Toscana ha così condannato la Difesa a risarcire la moglie e la figlia di un carabiniere morto per un tumore al rientro dalle missioni nei Balcani. Due donne che, nonostante una sentenza definitiva della Corte d’Appello di Firenze, sinora non sono riuscite a ottenere un centesimo dal dicastero retto dalla Trenta. E i giudici hanno specificato che se il Ministero non pagherà entro sessanta giorni, provvederà il direttore dell’Ufficio controllo di bilancio del Ministero dell’economia nella veste di commissario ad acta. “Di quanto accaduto – ha affermato Domenico Leggiero, alla guida dell’Osservatorio militare – non potrà non tenerne conto il presidente Conte”. Altro che fake news.