Sull’uranio impoverito mancava ancora il siluro leghista. Ma ecco che, seppure in ritardo, è arrivato, con il Carroccio che ha presentato una proposta di legge ed è andato così a unirsi a quanti ostacolano verifiche super partes sui militari vittime di tumori dopo aver preso parte alle missioni nei Balcani, dove sono stati esposti senza protezioni alla pericolosa sostanza. Nell’ultimo anno prima è stata presentata la relazione-schock, firmata dall’allora ministro della difesa Elisabetta Trenta, con cui veniva negato il nesso di causalità tra l’esposizione all’uranio impoverito e i tumori, che il dicastero ha cercato di utilizzare anche nei tribunali per negare i risarcimenti, e poi è arrivata una proposta di legge del deputato pentastellato Antonio Del Monaco, particolarmente vicino alla Trenta, con cui si vuole lasciare nelle mani dei militari il potere sui risarcimenti. L’opposto di quanto previsto invece nella proposta di legge presentata dal pentastellato Gianluca Rizzo, che è ripartito dalle conclusioni a cui è giunta la commissione d’inchiesta presieduta dal dem Gianpiero Scanu. Ora invece è la volta di una proposta di legge, sempre per lasciare il potere ai militari, presentata dalla deputata ed ex ministra leghista Alessandra Locatelli (nella foto). “La proposta di legge nata dai lavori della IV Commissione – sostiene Domenico Leggiero, alla guida dell’Osservatorio militare – incute timore nei vertici militari coinvolti nello scandalo dell’uranio impoverito che conta oggi 372 decessi e 7500 malati”.
23/11/2024
19:06
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