Sembra proprio che la faida tra Israele e le Nazioni Unite sia ben lontana dall’essere archiviata. Questo malgrado si siano rivelate completamente infondate le accuse di Benjamin Netanyahu in merito alla presunta affiliazione dell’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai palestinesi (Unrwa) con i terroristi di Hamas, le forze di sicurezza israeliane starebbero facendo “pressioni” sul personale dell’Onu “affinché dichiarino che l’agenzia è affiliata politicamente” ai gruppi estremisti palestinesi.
A dirlo in modo netto è il commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, durante una conferenza stampa in cui ha fatto il punto sulla situazione nella Striscia di Gaza.
L’Unrwa accusa Israele di trattamenti disumani sui palestinesi
Secondo quanto riferito dal manager, a Gaza molte persone sono state e continuano ad essere “sottoposte a trattamenti inumani” da parte delle forze israeliane. “Le persone ci hanno detto che… vengono regolarmente radunate, spogliate fino alla biancheria intima e caricate su camion, bendate”, ha aggiunto Lazzarini spiegando che “nella maggior parte dei casi, una volta arrestati, questi detenuti sono sottoposti a trattamenti scioccanti e disumani”.
Secondo il vertice dell’Unrwa, diverse persone “hanno descritto il waterboarding”, ossia una pratica di tortura bandita da numerosi Stati, oltre a “percosse violente, aggressioni da parte di cani, l’essere costrette a mantenere posizioni stressanti per ore, a volte fino a 24 ore consecutive, e l’essere costrette a indossare un pannolino invece di accedere alla toilette”. Tutte accuse a cui Israele, sempre secondo Lazzarini, ha ripetutamente risposto “negando di agire al di fuori del diritto internazionale umanitario” pur sapendo di “affermare il falso”.
Poi il commissario generale dell’Unrwa ha nuovamente criticato Israele per il modo in cui sta gestendo l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Secondo il dipendente dell’Onu, Netanyahu aveva preso precisi impegni che “non sono stati rispettati” ma, soprattutto, spesso e volentieri ha accusato le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative di stare ostacolando l’assistenza alla popolazione civile nell’enclave palestinese. Una ricostruzione che Lazzarini ha fortemente contestato spiegando che “ogni volta che chiediamo che un convoglio vada dal sud al nord, le nostre richieste vengono sistematicamente negate. Quindi non abbiamo ancora accesso all’area” e anche quando viene “concessa l’autorizzazione a consegnare in qualsiasi altro punto della Striscia, il processo è sempre complicato e molto macchinoso” a causa delle resistenze delle autorità israeliane.
Per l’Unrwa migliora la situazione a Gaza ma ancora non basta
Certo, ammette il vertice dell’Unrwa, “la situazione nella Striscia è migliorata” perché ora arriva “più cibo” ma siamo ancora “molto lontani dal soddisfare il fabbisogno” dei residenti. Ma non è tutto. Il commissario generale Lazzarini ha poi affrontato i disagi psicologici che stanno vivendo gli abitanti della Palestina. A suo dire “in questo momento a Gaza prevale un’ansia straordinariamente profonda, perché la domanda che tutti si pongono è se ci saranno o meno ulteriori offensive militari”, in particolare a Rafah. Secondo il dipendente dell’Onu, “ai colleghi sul posto non è stato ancora chiesto di evacuare” la città ma l’ordine potrebbe arrivare “da un momento all’altro”.
Ansie e timori per i quali i dipendenti dell’Unrwa, conclude Lazzarini, sostengono che “gli abitanti di Gaza non soffrono più di un disturbo da stress post-traumatico (PTSD)” perché ormai accusano “quello che viene chiamato CTSD ossia disturbo da stress traumatico continuo”. Tutte ragioni per le quali Lazzarini chiede alla comunità internazionale di darsi da fare per convincere Netanyahu a fermare le ostilità, e di ripristinare l’erogazione dei fondi all’Unrwa che diversi Stati, tra cui l’Italia, avevano sospeso a seguito delle accuse false sulla presunta affiliazione dell’agenzia con i terroristi di Hamas perché da questi dipende la sopravvivenza di milioni di persone.