Nell’Unione europea e in Italia arretra il diritto di asilo. A lanciare l’allarme è il Centro Astalli secondo cui “detenzioni arbitrarie e deportabilità, costituiscono degli ostacoli alla speranza di una vita migliore”, di tanti migranti e rifugiati in fuga da difficili situazioni nei loro Paesi di origine.
Secondo il Presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti, presentando a Roma il Rapporto annuale 2025 dell’organizzazione per i rifugiati dei gesuiti italiani, “il 2024 è stato l’anno del Patto sulla migrazione e l’asilo adottato lo scorso maggio dal Consiglio Europeo. Come in più occasioni sottolineato dalla società civile e con documenti congiunti dall’Ufficio europeo del JRS (il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, ndr) l’implementazione di questo Patto può portare, tra le altre cose, a un arretramento del diritto d’asilo, per l’aumento previsto delle procedure accelerate alla frontiera e un conseguente possibile aumento del numero delle persone detenute in modo arbitrario”.
Nell’Unione europea e in Italia arretra il diritto di asilo
Sul versante Italia il 2024 è stato poi, ha aggiunto Ripamonti, “l’anno del braccio di ferro sui centri in Albania. Al di là delle polemiche, quello che ci preoccupa è la creazione di un artificio legale, quello di centri in terra albanese sotto la giurisdizione italiana. Per fare questo si è sostenuto il principio di deportabilità delle persone (abbiamo visto qualche esempio), rispetto alle quali si è persa di vista la centralità della loro dignità, trattandole come carichi residuali non desiderati”.
Non convince neppure la recente decisione di convertire queste strutture in Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), perchè “negli anni queste strutture di detenzione amministrativa hanno evidenziato tutti i loro limiti sul territorio italiano, con l’aumento anche di suicidi in detenzione e la poca funzionalità della detenzione in vista del rimpatrio”. “Non crediamo che l’utilizzo a tale scopo delle strutture in Albania possa migliorarne la funzionalità in vista del rimpatrio delle persone detenute e garantire nel contempo il rispetto dei diritti dei migranti trattenuti”, ha concluso il padre gesuita.
La ventiquattresima edizione del Rapporto annuale del Centro Astalli ha messo in luce il servizio compiuto in un anno a favore di richiedenti asilo e rifugiati che si sono rivolti ai servizi nelle sedi di Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Vicenza, Padova, Palermo e Trento. Si tratta di circa 11mila persone a Roma e altre 13mila su tutto il resto del territorio nazionale, per un totale di circa 24mila persone. Il Rapporto ha poi riferito che per quanto riguarda le mense, queste hanno distribuito oltre 65mila pasti (42mila in convenzione con Roma Capitale) a più 2.500 persone.
Per quanto riguarda, invece, il presidio sanitario di via degli Astalli a Roma, questo ha fornito quasi 10mila farmaci da banco grazie alla collaborazione con il Banco Farmaceutico e con tante farmacie della capitale. Il servizio SaMiFo, Centro di riferimento Regionale per la salute del migrante forzato, frutto della quasi ventennale collaborazione tra la Asl Roma 1 e il Centro Astalli, solo nell’ultimo anno sono state, invece, effettuate oltre 10mila visite.