di Gaetano Pedullà
Sapete perchè i giornali italiani sono quasi sempre uguali? Sapete perchè i “cavalli di razza” della nostra coraggiosissima carta stampata (o della Tv, cambia poco) sono sempre gli stessi signori che passano da un’azienda all’altra, anche quando le loro direzioni sono un disastro e le testate per cui lavorano colano a picco? Beh, noi non lo sappiamo. Un sospetto però ci viene. E nelle pagine interne, nel servizio del nostro bravo Stefano Sansonetti vi sveliamo tutti i nomi dei giornalisti iscritti all’Aspen Institute Italia. Una lobby trasversale al cui interno – accanto a leader politici, ministri, il fior fiore dell’imprenditoria nostrana, persino intellettuali e vescovi – spiccano nomi come Ferruccio de Bortoli, Paolo Mieli, Lucia Annunziata, Gianni Riotta, Beppe Severgnini, Mario Pirani, Furio Colombo e Antonio Polito. Sia chiaro: l’Aspen, derivazione nostrana dell’associazione nata nel 1950 negli Stati Uniti, non è un Rotary. L’elenco dei suoi soci è riservato, e La Notizia per primo pubblica i nomi, ben 226. In mezzo non ci troverete il vostro idraulico di fiducia. E nemmeno l’elettricista. Nella lista infatti sono rappresentati i principali centri di potere internazionali. Ci sono banchieri centrali, in carica e non, come Mario Draghi, Hans Tietmeyer e Jean-Claude Trichet. Stesso discorso per capi di stato, di governo, ancora in carica o ex, come Shimon Peres, Valéry Giscard d’Estaing, Otto Schily, Jacques Delors, Carl Bildt, Peter Mandelson e Fernando Henrique Cardoso. Forte, neanche a dirlo, la presenza di banchieri d’affari come Jacob Frankel, presidente di Jp Morgan, e Peter Sutherland, numero uno di Goldman Sachs a Londra. Interessi economici, politici e di potere che si intrecciano. I giornalisti di razza che c’entrano?