L’ultimo fronte è la mancata copertura del servizio pubblico del secondo turno delle elezioni francesi. Quando cioè Rai News 24, il canale (teoricamente) di all news della Rai, ha preferito trasmettere il festival “Città Identitarie”, ideato da Edoardo Silos Labini. Così, mentre Mediaset e LA 7 inanellavano una programmazione ad hoc, i tg in prima serata di viale Mazzini hanno lasciato invariata la scaletta. Quanto basta per far scattare – l’ennesima – levata di scudi del sindacato dei giornalisti Rai, l’Usigrai, per il quale “Sui risultati delle elezioni francesi il Servizio Pubblico non ha fatto nulla per dare conto tempestivamente su quanto stava avvenendo di un voto che parla direttamente al futuro dell’Europa”. Come spiega il segretario del sindacato, Daniele Macheda.
Macheda, cosa è successo domenica?
È successo che nelle elezioni francesi la Rai è mancata. È mancato il servizio pubblico. La verità è che gli spazi dell’informazione nel servizio pubblico si stanno riducendo. Le redazioni ci sono, sono pronte a lavorare, ma gli spazi non ci sono.
Ma è una questione di incapacità gestionale o di volontà di non informare?
Non so, dico solo che gli spazi sono evidentemente ridotti. Su Rai news addirittura c’è un comunicato del direttore che afferma che i “festival sono una delle principali fonti di notizie”. Una cosa che non si può sentire.
Il direttore Petrecca afferma anche che ci sarebbero questioni personali da parte del Cdr…
I cdr parlano di chi lavora, delle redazioni, non dei problemi personali dei direttori… un metodo inaccettabile!
Non passa giorno che non ci sia uno scontro a viale Mazzini…
Ne prendano atto i vertici attuali!
Come sindacato cosa proponete per uscire dall’impasse?
I vertici devono prendere atto che così, la Rai, è un’azienda allo sbando. Dove la preoccupazione è chi dovrà diventare Ad, mentre ci sono 10 mila dipendenti che ballano in un’azienda che ha problemi economici, che non sa quale sarà il suo futuro, che viene messa al centro di polemiche politiche! Non si capisce quale sia la linea sulle risorse che questo governo vuole adottare, perché ormai è chiaro a tutti che è il governo a determinare il futuro della Rai e che il servizio pubblico è in mano al governo, cosa che non dovrebbe essere.
Colpa della Riforma Renzi?
Colpa di quella pessima riforma, sì, che noi abbiamo avversato in ogni modo. Uno dei mali che ci accompagna da anni, però nulla si fa per cambiarla. Si continua a lavorare per dare a questa azienda nuovi vertici scelti sempre secondo quei canoni di maggioranza, e non secondo il bene comune…
Dicono quelli dall’altra parte: “Ma la Rai è sempre stata così, ora piangete perché avete perso…
”Non c’è un’altra parte. C’è la parte del servizio pubblico che sta al servizio dei cittadini, non di alcuni cittadini. È un’invenzione, quale sarebbe l’altra parte davanti alla vicenda di ieri?
Altro fronte coppa Italia/Sanremo: a voler essere cattivi uno dice: hanno voluto fare un regalo a Mediaset…
Ma qui è un continuo voler giocare sulla pelle della Rai, con i partiti che non si sa dove vogliano andare a parare… Ma stiamo parlando dei destini della Rai o dei destini delle maggioranze politiche che governano questo Paese. Questa è la vera “altra parte”…
La sospensione di Bortone è stato un colpirne una per educarne cento?
In Rai si vive molto male… Questa logica punitiva ha visto mettere al centro la Bortone di un caso che in tutta evidenza è di responsabilità dei vertici Rai. Colpiscono una giornalista che ha solo difeso la sua dignità e professionalità.
Non c’è più neanche la decenza di nascondersi?
Quello che succede è sotto gli occhi di tutti. Non si nasconde più nessuno… Anche quello che è successo ieri è sotto gli occhi di tutti!