Un’altra beffa per l’Italia e per il settore dell’automotive nel nostro Paese. Non bastano il calo della produzione e gli esodi incentivati negli stabilimenti Stellantis: ora si aggiunge anche il rinvio della gigafactory di Termoli (provincia di Campobasso) per la produzione di batterie per le auto elettriche.
Acc, la joint venture di Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, ha deciso di rinviare alla fine del 2024 o all’inizio del 2025 la discussione sui contenuti di questo progetto. L’incontro previsto ieri al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla questione è slittato all’11 giugno, ma per il momento non arrivano rassicurazioni. Il problema, va detto, non riguarda solo Termoli ma anche la gigafactory tedesca di Kaiserlautern. Al contrario, è invece confermato l’impianto di Douvrin, in Francia.
Slitta la Gigafactory di Termoli: le ragioni
Acc ha spiegato che la decisione è stata presa perché sta adattando la sua strategia sulla fornitura di batterie per aggiungere nuove chimiche di celle a basso costo al suo portafoglio. Una mossa che è anche una risposta allo spostamento del mercato dell’automotive verso veicoli elettrici a costi più bassi.
Per la joint venture gli ultimi sviluppi tecnologici richiedono una nuova fase di ricerca e sviluppo che porta a rivedere le tempistiche. L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha spiegato che l’investimento in gigafactory seguirà la velocità del mercato. Intanto l’unica garanzia arriva sulla produzione di Stellantis a Termoli di motori ibridi per la Fiat 500, la Panda e altri modelli.
Sempre in ritardo
Il rinvio dell’incontro, a cui dovevano partecipare anche Acc e Stellantis, preoccupa i sindacati, che sottolineano come l’avvio della produzione era previsto dal 2026, ma ora lo slittamento è probabile. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr ricordano che con la progressiva riduzione delle produzioni endotermiche il problema riguarda i dipendenti impiegati da Stellantis nella produzione di motori, che dovrebbero “essere trasferiti tutti” a questa gigafactory.
Inevitabili, quindi, i “dubbi sul futuro industriale e occupazionale di Termoli”. Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, spera di avere chiarimenti sul rinvio nell’incontro dell’11 giugno. “Valuteremo cosa si possa fare” sulla continuità produttiva degli stabilimenti, dice Urso ammettendo che, al momento, il governo non ha una strategia. La priorità è “allungare la vita produttiva dei modelli realizzati in quello stabilimento” per salvaguardare l’occupazione. Una strada in salita e che evidenzia come, ancora una volta, il governo sia in netto ritardo sul fronte dell’automotive in Italia.