Il Campidoglio confeziona un’altra stangata per le edicole e una mazzata anche per giornali e riviste. Mentre sempre più edicole sono in difficoltà dal punto di vista economico e spesso sono costrette a chiudere, cosa fa il Comune di Roma? Invece di provare a salvaguardare questi commercianti, decide di dar loro un’ulteriore batosta. Da qualche giorno, infatti, i Municipi stanno inviando le nuove tariffe per l’occupazione degli spazi pubblici, ovvero l’ex Cosap.
Il Campidoglio confeziona un’altra stangata per le edicole e una mazzata anche per giornali e riviste
E i canoni hanno cifre sempre più alte, mediamente superiori ai mille euro l’anno e, in alcuni casi, anche sopra i 2mila euro. Una stangata che colpisce gli edicolanti ma che ha conseguenze anche su un altro settore in crisi, quello dei giornali e dell’informazione. In pratica, come denuncia anche il capogruppo della Lista civica Raggi in Assemblea capitolina, Antonio De Santis, il Comune fa esattamente il contrario di quello che andrebbe fatto. Per esempio, attraverso forme di detassazione che possano salvare le poche edicole rimaste. L’aumento medio delle tariffe per i gestori di edicole è di 300 euro l’anno, che gli esercenti possono dividere in quattro rate da oltre 80 euro l’una.
A Roma rincari fino al 45% per l’ex Cosap. Così i chioschi rischiano di chiudere
La situazione delle edicole romane è critica già da tempo. Per esempio guardiamo a quanto successo verso la fine dello scorso anno, quando è stata data notizia della chiusura di 14 edicole sulle 159 del primo Municipio a causa delle nuove norme del Codice della strada. Oltre a quelle rimosse, peraltro, c’erano anche altre 37 edicole a rischio chiusura o trasloco, ma a spese del titolare. Tutto questo nel pieno centro di Roma e per questioni non economiche, bensì tecniche. In particolare il problema, in quel caso, derivava dal nuovo piano commercio, dal quale era emersa la presenza di diversi venditori incompatibili con le regole sulla base degli studi urbanistici.
La delibera capitolina dello scorso anno, infatti, prevede che non ci possano essere chioschi all’angolo tra due vie, vicino alle stazioni metro, alle strisce o ai semafori. Come se non bastasse, a questi problemi si aggiungono le inevitabili chiusure dettate da altre motivazioni, come nel caso della chiusura della storica edicola dell’Esquilino, in Piazza Vittorio Emanuele. Pochi giorni fa, infatti, le titolari hanno annunciato che andranno in pensione e non è detto che qualcuno sia disposto a rilevare la loro attività.
Le tariffe per l’occupazione degli spazi pubblici graveranno di 300 euro l’anno sul settore già in crisi
I sindacati hanno già scritto al sindaco, Roberto Gualtieri, e agli assessori capitolini per denunciare l’aumento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico: rincari che sono del 20% e che nelle zone speciali raggiungono addirittura il 45%. Le sigle contestano anche il fatto che l’amministrazione ha fatto l’esatto opposto di quello che ha sempre affermato: diversi esponenti capitolini, infatti, avrebbero ”sempre confermato la necessità di salvaguardare questa categoria per le sue peculiarità”. Facendo, però, l’esatto contrario.
Protesta anche il consigliere di opposizione De Santis, secondo cui la decisione della Giunta “di penalizzare le edicole si pone totalmente in contrasto con gli innumerevoli proclami, fatti dall’amministrazione capitolina, di salvaguardare questa categoria di lavoratori”. L’ex assessore prosegue: “Non è la prima contraddizione in cui incappa la giunta Gualtieri che, come denunciato dai sindacati, ha già deliberato un piano del commercio che prevedrebbe la chiusura o lo spostamento di numerosi punti vendita – soprattutto nel Municipio I – e un regolamento per la rivendita dei giornali privo di una benché minima programmazione”. De Santis chiede quindi un ripensamento al sindaco, nella speranza di non dare “un’ulteriore mazzata a un settore già in forte crisi: le edicole andrebbero valorizzate, rilanciate e trasformate, non penalizzate come sembra stia avvenendo”.