“Il testo del disegno di legge sarà rivisitato e depositato in modo che il Parlamento, come normale che sia, possa fare le dovute valutazioni. Ma possiamo dire che l’obiettivo principale di questa riforma, e cioè la riduzione dei tempi dei processi, è stato pienamente confermato dal vertice di oggi (ieri, ndr) a Palazzo Chigi tra il premier Conte, il ministro Bonafede e il vice segretario del Pd Orlando”. Il sottosegretario M5S alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, si definisce “orgoglioso” della riforma che ha ripreso a correre spedita dopo lo stop imposto dalle tensioni, poi degenerate nella crisi di Governo estiva aperta dal Salvini, con gli ex alleati della Lega.
Comunanza di intenti, quindi, tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Ma dai renziani di Italia Viva, ormai terzo azionista della maggioranza, teme qualche sorpresa?
“Direi di no. Anche perché stiamo parlando di una riforma della giustizia assolutamente non ideologica, ma di sostanza, che mira a dimezzare i tempi del processo penale, riducendoli a 4 anni, da approvare entro la fine dell’anno. Non ci sono bandierine da piazzare, ma un obiettivo da raggiungere nell’interesse esclusivo dei cittadini e non di una forza politica piuttosto che di un’altra. Ovviamente, il confronto sarà allargato anche ai renziani, che faranno le proprie valutazioni assumendosi la responsabilità delle posizioni che riterranno di adottare”.
Tra le prime misure targate M5S e già adottate, ci sono lo stop al bavaglio sulle intercettazioni e alla prescrizione. C’è il rischio che qualcuno nella maggioranza possa rimetterle in discussione?
“Non sono questioni all’ordine del giorno discusse oggi. Ciò detto, sono due punti fondamentali nella politica sulla giustizia del Movimento 5 Stelle”.
Altra questione che coinvolge il ministero della Giustizia, riguardando la gradazione delle sanzioni penali, è quella del carcere agli evasori sui cui sia Conte che Di Maio stanno battendo molto da giorni. Ma sia nel Pd che tra i renzioni qualcuno ha sollevato dubbi…
“Anche su questo punto discuteremo con le forze di maggioranza, ma ricordo che il carcere agli evasori è un punto del programma di Governo. Ciò detto, si tratta di un intervento necessario per il contrasto all’evasione fiscale che si combatte non solo rafforzando il sistema di recupero di quanto illecitamente sottratto al Fisco, ma anche con misure deterrenti e di prevenzione. Come, appunto, l’inasprimento delle pene. In sostanza, stiamo ragionando di uno strumento per togliere a chi ha sottratto indebitamente risorse al Paese e restituirle alla collettività. Credo sia una norma di buon senso”.
Proprio sulla giustizia, negli ultimi mesi di vita del Conte 1, i rapporti con la Lega erano diventati sempre più tesi. Con il Pd il clima è cambiato?
“Il Movimento Cinque Stelle è stato votato dagli elettori anche per cambiare la giustizia. Più che ai comizi e alla propaganda, sia con il precedente che con l’attuale Governo, abbiamo cercato e cerchiamo sempre di badare ai fatti. Di certo, oggi, il clima è più sereno: si discute, come normale che sia, ma le premesse sono buone”.
E i rapporti con i magistrati? Sulla riforma del Csm, non sembrano molto d’accordo sull’introduzione del sistema del sorteggio…
“Anche su questo fronte, ci unisce un obiettivo comune: dare vita ad una riforma meritocratica che sia garanzia di trasparenza e che, spezzando il legame con la politica, garantisca piena indipendenza ai magistrati. Sul sorteggio ci sono visioni diverse, è vero, ma le posizioni non sono inconciliabili. Credo che alla fine riusciremo a trovare una sintesi”.