Niente da fare. Il centrodestra a due mesi dalle elezioni regionali in Liguria non riesce a trovare un candidato che se la giochi con Andrea Orlando. Neanche il vertice di lunedì tra i leader della maggioranza di governo, a Roma, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, è servito per trovare il possibile successore di Giovanni Toti. Spaccati sui tre nomi in campo: Edoardo Rixi, Ilaria Cavo e Pietro Piciocchi. E bloccati dai rispettivi veti.
Rixi vuole l’investitura di tutti
Il primo, dopo settimane di ammuina, ha finalmente alzato il velo e si è detto disponibile a correre, qualora fosse l’intera coalizione a chiederlo. Tradotto: se dovesse perdere, non sarà il Rixi candidato della Lega a non avercela fatta, ma l’intero centrodestra.
Su Ilaria Cavo, nome scelto da Toti in continuità e appoggiato da Fratelli d’Italia, invece, aleggia il veto della Lega e del sindaco di Genova, Marco Bucci (su di lei Bucci e Rixi hanno pronunciato commenti pesanti, salvo poi scusarsi). Infine Piciocchi, è il preferito di Bucci, essendo il vicesindaco di Genova. Insomma, uno stallo alla messicana che non riesce a sciogliersi al di là delle dichiarazioni di rito. “L’obiettivo della coalizione è quello di presentare il candidato che ha più possibilità di vincere ma si prende ancora un po’ di tempo”, fanno sapere dal centrodestra.
Intanto Bucci attacca Orlando
Così il compito di tenere vivo un minimo di campagna elettorale se lo è assunto Bucci, che è tornato ad attaccare Orlando. In un’intervista a Telenord, il primo cittadino si è chiesto che cosa abbia fatto Orlando nella sua vita: “Ha mai lavorato? Un presidente di Regione deve essere uno che ha lavorato, che si è guadagnato lo stipendio col sudore, che ha una certa cultura, che ha avuto esperienze: Orlando ha fatto il ministro ed è una buona cosa, però bisogna fare altre cose e quando si critica bisogna sapere come si fanno le cose”.
Immediata la replica dell’ex ministro: “Mi dispiace che Bucci, in così poco tempo abbia assunto i vizi della politica di questo tempo, cioè trasformare le campagne elettorali in momenti di aggressione dell’avversario. Io mi sono formato in un’altra stagione e credo debbano essere l’occasione per fare delle proposte”, ha risposto Orlando.
“Non è proprio trascurabile aver fatto il ministro…”
Che aggiunge: “Non è proprio trascurabile aver fatto il ministro, ma se guardiamo ai curricula, dobbiamo dire che ho esattamente lo stesso curriculum di Giorgia Meloni, che mi pare sarà quella che sceglierà il candidato di centrodestra”. E sul possibile sfidante ha tagliato corto: “Non preferisco nessuno a seconda dei profili, sarà una campagna elettorale diversa, ma credo che ci siano gli argomenti per rispondere a entrambi i profili. Non penso sarebbe giusto che dessi una preferenza perché rispetto le decisioni delle altre forze politiche: è la democrazia”.
Intanto in Liguria Italia Viva va in pezzi
Orlando, in effetti, ha altro a cui pensare. Il suo problema si chiama Italia Viva “Stiamo discutendo e parlando con la coalizione, ci sarà una solida componente di centro, la sua fisionomia sarà definita nelle prossime ore” ha risposto a chi gli chiedeva di commentare la ‘spaccatura’ all’interno di Italia viva per un’eventuale partecipazione del partito di Matteo Renzi alla coalizione.
Intanto però il partito di Renzi si sfalda. A dire addio sono nomi noti come Claudio Regazzoni e Paola Nicora, rispettivamente componenti della cabina di regia di Italia viva a livello regionale e genovese, ma anche l’ex presidente del Festival della Scienza, Manuela Arata, membro del coordinamento provinciale genovese. L’avvio delle procedure di dimissioni da Italia viva è stato comunicato, con una lettera, ai dirigenti locali Arianna Viscogliosi, Davide Falteri (entrambi consiglieri comunali genovesi per ora in maggioranza con il centrodestra) ed Eugenio Musso, presidente regionale del partito. Di fatto, gli addii seguono quanto già anticipato dall’assessore comunale, Mauro Avvenente, pronto a rimanere al fianco del primo cittadino.
Il derby nel Movimento
Da registrare infine le scintille interne al Movimento ligure sulla scelta della delegazione chiamata a confrontarsi con Orlando. Domenica per M5s c’erano il coordinatore regionale e deputato, Roberto Traversi, il coordinatore genovese e futuro candidato, Stefano Giordano, e il senatore Luca Pirondini. Non c’erano, invece, i consiglieri regionali uscenti, Fabio Tosi e Paolo Ugolini, che non l’hanno presa bene. “Non ho ricevuto nessuna comunicazione per poter presenziare- spiega- e trovo la cosa davvero surreale, irrispettosa e lesiva della mia persona e della mia dignità, visto che era richiesta anche la presenza dei capigruppo. Ruolo che ancora ricopro e che ho ricoperto con onore, facendo sempre gli interessi del Movimento cinque stelle e della sua comunità”, si è sfogato su Fb Tosi.