La riforma delle pensioni parte con una grande incognita sulle spalle: le risorse. Quella a disposizione per il 2024 sono poche, molto probabilmente, e pensare a una vera rivoluzione del sistema della pensione è praticamente impossibile. Più facile che ci sia qualche piccolo ritocco con la prossima manovra, come emerso anche dall’incontro del 26 giugno tra governo e sindacati.
Tra le principali novità ci si attende nuove regole sull’Opzione donna, ma anche qualcosa sull’anticipo pensionistico con il sistema delle quote. I tavoli tra esecutivo e parti sociali ripartiranno l’11 luglio (sulla pensione di garanzia per i giovani), per poi proseguire il 18 luglio (flessibilità in uscita), il 5 settembre (lavori gravosi e donne) e il 18 settembre per un incontro conclusivo utile a tirare le somme.
Come può cambiare Opzione donna nel 2024
Uno dei nodi principali, come spiega Il Sole 24 Ore, riguarda l’Opzione donna. La prima ipotesi è quella di un ritorno dei requisiti del 2022, con l’uscita a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome con almeno 35 anni di contributi. Questa è la richiesta di sindacati e opposizioni, non osteggiata neanche dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone. Ma costerebbe troppo.
La prima ipotesi, quindi, è quella di far accedere all’Opzione donna le lavoratrici di almeno 60 anni ma, contrariamente a quanto avviene oggi, senza i requisiti dell’essere caregiver, invalide o in aziende in crisi. Potrebbe inoltre scomparire il criterio del figlio, che permette di ridurre l’età pensionabile.
Un’altra ipotesi è quella che si ispira al modello dell’Ape sociale, con l’anticipo a 60 o a 61 anni (per l’Ape è a 63). Peraltro proprio sull’Ape sociale potrebbe intervenire il governo, confermandolo con una platea ampliata.
Pensione anticipata, novità in arrivo per la flessibilità in uscita?
Uno dei nodi principali del tavolo con i sindacati riguarda l’uscita anticipata. innanzitutto si pensa a uno strumento unico per gli esodi incentivati. Poi si passerà al sistema delle quote. Per il 2024 sembra probabile una proroga della Quota 103, magari rivista.
Si pensa anche all’idea di una Quota 41, ma solamente per i lavoratori completamente con il contributivo. O, eventualmente, per tutti ma con un ricalcolo contributivo dell’assegno. Più facile che questa opzione arrivi dal 2025, magari affiancata da una quota che sia un mix di anzianità anagrafica e contributiva. Tutto dipende dalle risorse, ma per il 2024 sembrano davvero poche.