Da una parte ci sono i dieci casi di violenza razzista e xenofoba avvenuti negli ultimi 45 giorni e culminati con la morte di un uomo marocchino ad Aprilia e l’aggressione a Moncalieri a danno dell’atleta italiana Daisy Osakue. Dall’altra, però, ci sono i dati snocciolati proprio ieri dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in risposta a chi lo accusava di essere, di fatto, il mandante morale di questa spirale d’odio fascista. “Emergenza razzismo in Italia? Non diciamo sciocchezze”, ha risposto il leghista, che poi ha ricordato come solo negli ultimi tre giorni, nel silenzio generale, la Polizia abbia arrestato 95 immigrati, mentre altri 414 sono stati denunciati. Insomma, nessuna emergenza razziale secondo Salvini. Esattamente come detto anche dal collega e sodale del governo giallo-verde, Luigi Di Maio, che ha parlato di mere “strumentalizzazioni” che hanno l’unico scopo di attaccare il Governo.
Gli ultimi casi – Strumentalizzazioni o no, negli ultimi giorni c’è stato un indiscutibile aumento di casi di violenza. “Questo episodio è la prova che la situazione non sta peggiorando lentamente, ma è già veramente al limite”. Il commento di Daisy Osakue, atleta azzurra di origini nigeriane oggetto di lancio di uova a Moncalieri, giunge al termine, per dirla con Mattarella, di un “far west”. Quello di Daisy è l’ultimo caso di una lunga striscia di violenza e razzismo che quest’anno si è evoluta dal primo caso, quello di Macerata dello scorso 3 febbraio (quando Luca Traini ha ferito sei stranieri per “vendicare” Pamela Matropietro) e che conta ben 11 episodi nelle ultime sette settimane. L’ultimo caso è stato proprio quello dell’atleta 23enne italo-nigeriana di colore, primatista italiana under 23 di lancio del disco, che a Moncalieri è stata colpita dalle uova lanciate da un’auto: ferita all’occhio da un frammento di guscio, probabilmnete non potrà partecipare ai prossimi impegni sportivi. Sempre due sere fa un altro inquietante caso c’è stato ad Aprilia in provincia di Latina, dove un 43enne marocchino è morto dopo un inseguimento da parte di un gruppo di persone che riteneva fosse un ladro. La sua auto è finita contro un muro e l’uomo è stato pestato. Da capire, adesso, se è morto dopo l’aggressione o a seguito dell’impatto dell’auto col muro. Ma intanto i due uomini del luogo sono stati denunciati per omicidio preterintenzionale.
Lunga scia di odio – C’è da dire, però, che quello che gran parte della stampa presenta come un incredibile escalation di violenza e razzismo, in realtà non nasce ora. E, anzi, ha registrato il suo vero picco anni fa, nel 2015. A dirlo è il rapporto “Cronache di ordinario razzismo” realizzato dall’associazione Lunaria. ono 1483 le discriminazioni e le violenze fisiche e verbali monitorate tra l’1 gennaio 2015 e il 31 maggio 2017. Una mole incredibile di cui, forse, troppo poco si è parlato in passato. E comunque non nella stessa misura degli eventi di cui si parla oggi. Entrando nel dettaglio, scopriamo che nel 2015, tra discriminazioni, violenze fisiche (fino alla morte) e violenze verbali, abbiamo avuto ben 739 episodi; scesi poi a 524 nel 2016 e a 22 nel 2017, ultimo anno monitorato. Insomma, i casi di xenofobia si sono ridotti a un terzo rispetto a due anni prima. Basti questo per capire come la scia di odio in Italia venga da molto lontano. E, forse, è troppo comodo pensare che tutto sia colpa del nuovo Governo. Dall’insediamento del nuovo Esecutivo, infatti, si sono registrati due inquietanti omicidi e 23 casi di violenze. Numeri impressionanti, non c’è che dire. Ma che devono essere correlati con quelli degli anni passati: nel 2017 i morti sono stati 5, meno negli anni passati. Il crescendo c’è. Ma da almeno tre anni a questa parte. E strumentalizzaare di certo non aiuta.