Un esponente della società civile, civico dunque e non politico, preferibilmente donna. È questo l’identikit del candidato ideale del M5S alla presidenza della Regione Lazio. Che, nonostante gli ultimi rumors, non contempla né Bianca Berlinguer né Luisella Costamagna. Due nomi che sarebbero di assoluto gradimento tra i pentastellati, “ma non intendo scomodarle”, ha detto il leader 5S, Giuseppe Conte.
Il M5S per le regionali nel Lazio vuole puntare su una donna. Conte assicura: non saranno Berlinguer né Costamagna
Qualcosa di più si saprà dopo la riunione di sabato prossimo del Coordinamento 2050 animato dalla sinistra di Loredana De Petris e Paolo Cento, di Stefano Fassina ed Alfonso Pecoraro Scanio. L’obiettivo dell’assemblea è mettere a terra i primi punti del programma per le Regionali ma potrebbe anche essere la prima occasione per il Movimento Cinque Stelle – dovrebbe essere presente anche Conte – di fare qualche nome.
L’assemblea si terrà a Spinaceto, vale a dire nel IX Municipio, quello che secondo i piani del sindaco Roberto Gualtieri dovrebbe ospitare il termovalorizzatore. I pentastellati hanno intenzione di pescare, si diceva, nella società civile con un occhio di riguardo agli enti e alle associazioni ambientaliste per confermare la loro vocazione ecologista e rimarcare i motivi – ovvero il no al termovalorizzatore – della rottura dell’attuale alleanza che governa alla Pisana. Un altro mondo a cui guarda il Movimento è quello dell’Acli, vale a dire dell’associazionismo cattolico impegnato sul fronte della pace e del sostegno ai più fragili e ai più deboli.
Conte vuole puntare su temi e contenuti
Conte è stato chiaro. Il modo migliore per affrontare gli appuntamenti elettorali territoriali “come già definito per le regioni Lazio e Lombardia, è puntare su temi e contenuti. In questo momento verrete tirati per la giacchetta nelle rispettive regioni di competenza. Il tema è: Pd sì, Pd no e ogni giorno spuntano nuovi candidati e si parla di candidati. Dovete sfuggire a questa logica. La nostra logica non può essere ‘andiamo con il Pd o non andiamo con il Pd’, non può essere ‘va bene questo candidato o non va bene’. A noi devono interessare gli obiettivi politici e programmatici. Per noi questa è la vera priorità o si va avanti come banderuole”, ha detto l’ex premier ai suoi.
Dunque prima viene il programma, poi la verifica sulle forze politiche che possono condividerlo e infine la scelta su chi può interpretarlo al meglio. E tra i punti fondamentali e qualificanti per il M5S ci sono: più sanità pubblica, fuori la politica dalla sanità, riqualificazione e manutenzione di infrastrutture esistenti prima di crearne di nuove, transizione energetica ed ecologica.
Intanto Alessio D’Amato, candidato del Pd e del Terzo Polo, continua a ripetere come un ritornello stonato che la posizione di Conte gli appare incomprensibile “anche perché nel Lazio stiamo governando assieme e bene”. Spero – ha detto “ci possano essere elementi di ripensamento, da parte mia la porta è sempre aperta. Tempo fa chiesi un incontro ma non c’è stato riscontro”. L’inceneritore evidentemente pare non entrargli proprio in testa.
D’Amato appare comunque sempre più debole. Se pare essersi assicurato l’appoggio dei Verdi di Angelo Bonelli sembra aver perso quello di Sinistra italiana. La formazione che fa capo a Nicola Fratoianni, seppur in attesa di sciogliere la riserva, sembra pendere per il M5S.
Ecco che D’Amato sta corteggiando in tutti i modi Sinistra civica ecologista di Massimiliano Smeriglio cui avrebbe proposto il coordinamento del suo Comitato elettorale. Ma una interlocuzione con Smeriglio sarebbe in corso anche con i 5S. Insomma si gioca ancora a carte coperte e la partita si fa sempre più agguerrita tra le forze che a suo tempo confluirono nel fu campo largo.