Mara Carfagna in pole position, seguita da Maria Stella Gelmini ed Elena Bonetti: sono questi i nomi più citati dal momento in cui ha preso forma l’ipotesi che una donna possa assumere la guida di Azione-Italia Viva dopo la rottura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Una donna alla guida di Azione-Italia Viva? L’ipotesi dopo il divorzio tra Renzi e Calenda
La proposta del passaggio della leadership di Azione-Iv a una donna è arrivata proprio da Matteo Renzi. Il senatore e direttore de Il Riformista, nonché rottamatore dell’ex alleato Carlo Calenda, si è espresso sul futuro del partito, affermando che “la verità è che i due galli nel pollaio dovrebbero fare un passo indietro”. Sono bastate queste parole a mandare in tilt il totonomi e spingere i media ad avanzare congetture di ogni sorta.
Per quanto riguarda l’ipotesi di una leadership in rosa, secondo i rumors, l’ex premier vorrebbe Mara Carfagna alla guida del partito liberaldemocratico ma, di fatto, come sottolineato da Il Corriere della Sera, il nome dell’ex fedelissima di Silvio Berlusconi non è mai stato pronunciato da Renzi. Palese, invece, l’intenzione di spostare in panchina le due presenza più ingombra per il gruppo ossia la sua e quella di Calenda. Del resto, dall’istituzione del connubio tra le due forze politiche, Azione-Iv non ha macinato i successi auspicati né fatto breccia nel cuore degli italiani, sempre più disillusi e gravati da problemi economici, sociali e ambientali ai quali il mondo della politica italiano sembra indifferente.
Carfagna a parte, tra i nomi papabili per la leadership ci sarebbero quelli di Maria Stella Gelmini o Elena Bonetti. Spunta poi anche il nome di Luigi Marattin.
Il futuro dell’alleanza tra Azione e Italia Viva
Ai molti se chiedono se abbia senso ragionare sul futuro di Azione-Iv, Renzi ha risposto in modo affermativo. “Da qui alle Europee manca un anno, può succedere di tutto e Carlo può cambiare idea per la trentesima volta. Sennò che fa? Va alle elezioni con Bonino?”, ha ironizzato.
Si sente tutt’altra musica, però, se si ascolta la campana di Calenda per il quale la situazione è ormai spacciata nonostante molti di Azioni abbiano mostrato la volontà di ricostruire e andare avanti. Ai suoi collaboratori, il senatore ha spiegato: “Andremo alle Europee da soli, del resto non c’è motivo di preoccuparsi, partiamo dal doppio di Italia viva che non raggiungerà mai la soglia. A prescindere da questo, il punto è che nessuno di noi può lavorare con Renzi e Boschi. E non solo per il fatto che hanno demolito tutto ciò che costruivamo con Marattin, Rosato e Bonetti: il problema vero è che loro due hanno solo un programma di lobby e nomine”.
E, mentre molti parlamentari e dirigenti dei due partiti sono preoccupati dalla rottura tra i due politici, si va generando un clima di sospetto e diffidenza. Se i pontieri delle due forze politiche sono al lavoro per trovare un accordo, Calenda si è più volte mostrato intenzionato a mettere un punto all’alleanza.
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