di Clemente Pistilli
Abbiamo lavorato tanto e siamo stati pagati poco. Vogliamo quello che ci spetta”. Questa in sintesi la richiesta fatta da una coppia di cingalesi al Tribunale di Velletri, dove i due hanno avviato una causa di lavoro nei confronti dell’ex calciatore Christian Panucci. I due stranieri, marito e moglie, sostengono di avere lavorato nella villa dello sportivo a Grottaferrata e di non essere stati retribuiti adeguatamente dall’ex difensore della Roma.
La coppia, rivolgendosi ai giudici, ha specificato di aver badato alle faccende domestiche nella villa dei Castelli Romani, tra il 2008 e il 2010, dei tuttofare.
Un’attività che, a detta dei due stranieri, per due anni li avrebbe impegnati notte e giorno, lavorando in media dalle sei del mattino alla mezzanotte, senza fare ferie o prendere permessi.
Si tratta della stessa dimora dove, mentre rientrava a casa, nel mese di dicembre del 2011 Panucci venne minacciato da due malviventi, che gli puntarono una pistola alla tempia, e rapinato.
Una brutta avventura quella per l’ex calciatore che, non rendendosi conto di essere seguito, appena aperto il cancello della villa vide due uomini scendere da una Smart e puntargli una pistola alla tempia. Volevano denaro e preziosi e Panucci gli consegnò l’orologio e i pochi contanti che aveva con sé.
I banditi si diedero quindi alla fuga e a quel punto l’ex calciatore riuscì a dare l’allarme, facendo intervenire subito i carabinieri di Frascati. “Per fortuna sono vivo”, commentò ancora terrorizzato lo sportivo all’indomani.
Ora la causa di lavoro. La coppia di domestici, originaria dello Sri Lanka, ma residente a Faleria, sempre in provincia di Roma, con la vertenza aperta ha chiesto all’ex terzino, diventato poi commentatore televisivo e dirigente sportivo, la presunta differenza tra quanto percepito e quanto ritiene avrebbe avuto diritto a percepire. Sembra che non si tratti di una grandissima cifra, ma di una somma ritenuta comunque importante dai due stranieri per il duro lavoro svolto. Una grana per lo sportivo, con alle spalle una lunga carriera in Italia e all’estero, indossando le maglie del Genoa, del Milan, del Real Madrid, dell’Inter, del Chelsea, del Monaco, della Roma, del Parma e della Nazionale prima di dire, nel 2010, addio al calcio attivo e iniziare l’impegno come dirigente, nel Belpaese e anche in Russia. Nell’arco di questa stagione ha litigato con il presidente del Palermo Zamparini, che lo aveva scelto nella società siciliana come direttore generale. Attualmente Panucci è un opinionista della squadra di Sky Sport.
L’ex calciatore avrebbe ricevuto regolare citazione, ma alla prima udienza fissata a Velletri non si è costituito e l’udienza è stata così rinviata.
“Non sono autorizzata a rilasciare dichiarazioni”, ci ha detto al telefono l’avvocato di Frascati che, per conto della coppia di cingalesi, ha promosso la vertenza nei confronti di Panucci. A dover stabilire la verità e a decidere se i due domestici hanno diritto ad avere altro denaro dallo sportivo sarà il giudice del Tribunale veliterno, Ramona Bruognolo.
Panucci, dopo una vita in difesa sui campi di calcio, dovrà ora riprendere il ruolo di “terzino” per chiarire la sua posizione al magistrato e uscire indenne dall’accusa dei due domestici cingalesi.