La Procura di Milano apre il nono fascicolo di indagine per presunti abusi edilizi sui progetti urbanistici della città. La nuova inchiesta riguarda i grattacieli in costruzione in zona parco delle Cave, con tre piccole torri che stanno per essere innalzate nell’area dove sorgeva l’ex fabbrica di sistemi di pompaggio industriali Pompe Peroni spa, in via Cancano 5 a Baggio.
La Procura di Milano apre il nono fascicolo di indagine per presunti abusi edilizi sui progetti urbanistici nel capoluogo lombardo
L’ennesimo caso annunciato, ma sarebbero almeno trenta, secondo fonti di Palazzo di Giustizia, i progetti finiti sotto la lente dei magistrati della Procura milanese. Nella maggior parte dei casi si tratta di fascicoli senza indagati o ipotesi di reato, mentre un’istruttoria è stata anche avviata dalla Corte dei Conti, per verificare un eventuale danno erariale. Tra le varie contestazioni, anche l’utilizzo della Scia per ristrutturazione al posto del permesso di costruire, possibilità ora bloccata da Palazzo Marino.
Intanto il sottosegretario Morelli tranquillizza i costruttori
Una situazione di blocco totale dell’edilizia – che i costruttori imputano alla Procura – dalla quale si cerca di uscire. Due giorni fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista, Alessandro Morelli ha annunciato “la disponibilità del Governo a istituire un tavolo, per una norma che sia coerente con l’intero territorio nazionale”. Lo ha annunciato partecipando a un convegno dell’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori, dove ha invitato a “risolvere la criticità milanese, mettendo al tavolo tutti gli stakeholder, il Ministero delle Infrastrutture, quello della Giustizia, palazzo Chigi, Regione e Comune”.
Per i tempi, il sottosegretario calcola “un paio di settimane per la convocazione del tavolo nel mio ufficio a Palazzo Chigi”. A chi gli ha chiesto se potessero essere cambiate le norme nazionali, Morelli ha risposto che “ci sono strumenti normativi come il Piano casa, la nuova legge per la rigenerazione urbana: strumenti ci sono ma dobbiamo capire quali sono gli obiettivi comuni”. Inoltre, “chiaramente, bisogna superare un’impasse legata non solo alla presa di posizione della procura ma anche ad alcune criticità che ci sono state in Comune. Milano ha necessità di avere una visione collettiva per essere sempre più allargata. Gli investimenti infrastrutturali messi in atto vanno proprio nella direzione di rendere Milano sempre più grande e attrattiva”, ha concluso Morelli.
L’ultimo caso, tre torri che dovrebbero sorgere al Parco delle Cave
Regina de Albertis, presidente di Assimpredil, nello stesso incontro, a nome dei costruttori, si è detta convinta che “alla luce delle norme vigenti che dal 2013 applichiamo quotidianamente in tutta Italia, della correttezza dell’operato dei professionisti, dei costruttori e dei funzionari comunali, ma ovviamente lasciamo alle sedi competenti il giudizio definitivo in merito”. “Milano sta vivendo un periodo certamente molto complesso e quanto sta accadendo in questi ultimi mesi sta compromettendo l’immagine di una Città dinamica e attrattiva a livello globale. Le recenti indagini avviate dalla Procura milanese hanno bloccato ogni attività, paralizzando di fatto il settore dell’Urbanistica e dell’Edilizia a Milano”, ha aggiunto.
La questione urbanistica era stata oggetto di un incontro tra il Procuratore della Repubblica Marcello Viola e lo stesso sottosegretario Morelli. Un incontro che lo storico consigliere comunale di Milano Basilio Rizzo, a Palazzo Marino dal 1983 al 2021, trova quantomeno “curioso”: “Curioso che adesso ci siano questi rapporti extra istituzionali tra Comune e magistrati che fanno le indagini, poi arriva il sottosegretario Morelli: che cosa c’entra? Perché i magistrati devono parlare con questa persona? Mi sembra che stiamo arrivando dall’urbanistica contrattata dei tempi di Ligresti all’urbanistica contrattata con le istituzioni che dovrebbero controllare. Non mi sembra una buona cosa: dove sta l’interesse pubblico? Adesso la preoccupazione è che gli imprenditori dicano “blocchiamo tutto”, la domanda da porsi è perché si è consentito di fare tutto questo?”.
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