L’11 ottobre segna la Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze e come accade quando si allarga lo sguardo i numeri messi insieme fanno impressione. I dati emersi dal rapporto InDifesa di Terre des Hommes e dalle stime dell’Unicef fotografano un quadro allarmante, evidenziando come la strada verso la parità di genere sia ancora lunga e impervia.
Secondo il dossier InDifesa 2024, oltre 3,1 miliardi di bambine e ragazze vivono in paesi dove i loro diritti umani non sono adeguatamente tutelati. Questo numero impressionante rappresenta più della metà della popolazione femminile mondiale e sottolinea l’urgenza di interventi mirati e sostanziali.
Le violazioni dei diritti delle bambine assumono forme diverse e spesso sovrapposte. Tra le più gravi emergono i matrimoni forzati, le gravidanze precoci, la violenza sessuale e le mutilazioni genitali femminili. Quest’ultima pratica, nonostante gli sforzi per eradicarla, continua a colpire circa 4 milioni di bambine e ragazze ogni anno. Complessivamente, sono oltre 230 milioni le donne sopravvissute a mutilazioni genitali che ne subiscono le conseguenze, con 144 milioni solo in Africa.
L’istruzione, fondamentale per l’emancipazione femminile, rimane un miraggio per troppe. Sono 122 milioni le bambine e le ragazze che non frequentano la scuola, con più della metà concentrate nell’Africa sub-sahariana. In Afghanistan, la situazione è particolarmente critica, con il divieto imposto alle ragazze di oltre 12 anni di accedere all’istruzione.
Il matrimonio precoce continua a essere una piaga diffusa. Circa 640 milioni di donne tra i 20 e i 24 anni si sono sposate da minorenni, con la metà di questi casi concentrati nell’Asia meridionale. Sebbene si registrino progressi in alcune aree, fattori come la pandemia e i cambiamenti climatici hanno esacerbato le condizioni di vulnerabilità in molti paesi.
La violenza sessuale emerge come una delle violazioni più devastanti. L’Unicef rivela che oltre 370 milioni di ragazze e donne in vita – una su otto – hanno subito stupri o violenze sessuali prima dei 18 anni. Includendo le forme di abuso “senza contatto”, come molestie online o verbali, il numero sale a 650 milioni, ovvero una su cinque.
L’Africa subsahariana risulta la regione più colpita, con 79 milioni di vittime, seguita dall’Asia orientale e sudorientale con 75 milioni. In contesti fragili, caratterizzati da istituzioni deboli o crisi politiche, il rischio per le bambine aumenta drammaticamente, con una su quattro che subisce violenze sessuali durante l’infanzia.
Il fenomeno non risparmia i maschi: si stima che tra 240 e 310 milioni di ragazzi e uomini abbiano subito abusi sessuali da bambini, un numero che sale a 410-530 milioni considerando anche le forme senza contatto fisico.
In Italia, la situazione, seppur migliore rispetto a molti paesi in via di sviluppo, presenta criticità significative. Nel 2023 sono stati registrati 6.952 reati ai danni di minori, con un aumento del 34% rispetto al 2013. Le bambine e le ragazze rappresentano il 61% delle vittime, percentuale che sale nei casi di violenza sessuale e reati correlati.
Preoccupa anche il crescente disagio psicologico tra i giovani, in particolare tra le ragazze. Il 52% delle adolescenti italiane ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale, contro il 31% dei coetanei maschi.
Sul fronte della parità di genere, l’Italia ha peggiorato la sua posizione nella classifica globale, scendendo all’87° posto. Persistono disparità significative nell’ambito lavorativo, con quasi una donna su due che non lavora, e nello sport, dove le ragazze partecipano meno dei coetanei maschi.
Le soluzioni? Le solite. Serve sfidare e cambiare le norme sociali e culturali che permettono il perpetuarsi di queste violazioni, fornire ai bambini gli strumenti per riconoscere e denunciare gli abusi, e garantire servizi di supporto adeguati per le vittime.
Inoltre, è fondamentale rafforzare le leggi a tutela dei minori e investire in sistemi di raccolta dati più efficienti per monitorare i progressi e assicurare una maggiore responsabilità.