“Salvini? È stato scorretto: se avesse organizzato l’incontro in una sede di partito, nessuno avrebbe potuto dire niente. Ma non è logico che una cosa del genere sia avvenuta al Viminale. Mi chiedo che problemi abbia la Lega ad avere una sede a Roma o ad affittare una sala…”. Con una battuta l’ex viceministro dell’Economia del Governo Renzi ed ex segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, chiarisce la sua lettura sull’incontro avvenuto ieri tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e oltre 40 sigle sindacali, alla presenza dei massimi vertici di partito leghisti, a partire dall’ex sottosegretario Armando Siri. “C’è un punto fondamentale da cui partire – spiega ancora Zanetti – Si tratta di un fatto non ordinario, ma per l’appunto straordinario”.
Detto così, sembra quasi positivo.
“Le dirò: l’evento è straordinario sia nel bene che nel male”.
In che senso?
“Lo è ne bene perché oggettivamente non è frequente che un partito politico che è in maggioranza incontri con i suoi massimi vertici categorie e parti sociali prima dell’avvio dei lavori della Manovra. Di solito sono i partiti di opposizione a fare incontri con le parti sociali…”.
E negativo perché?
“Lo è perché quello che è a tutta evidenza un incontro prettamente di partito, è avvenuto in sede istituzionale governativa. Sarebbe stato folle anche organizzarlo al Mef, al di là del Viminale. Mi chiedo che problemi abbia la Lega ad avere una sede a Roma o ad affittare una sala…”.
Secondo alcuni è stato solo un incontro-spot per la Lega e nulla più.
“Che sia stato un evento di partito, non c’è dubbio. Per il resto, vedremo se le assunzioni di impegno sono vere o se si è solo fatto perdere una giornata di lavoro a 40 associazioni. Ma resta il fatto che si è creata una confusione biasimevole tra partito e Governo”.
Dunque Conte ha ragione a parlare di “scorrettezza istituzionale”?
“Assolutamente sì: le critiche sono legittime. Ma proprio perché l’incontro è avvenuto in sede istituzionale. Se fosse avvenuto al di fuori, in sede leghista, nessuno avrebbe potuto dire nulla”.
Qualcuno, però, potrebbe dire che, in qualità di vicepremier, Salvini ha tutto il diritto di incontrare i sindacati.
“Ma c’è un altro vicepremier che per l’appunto si occupa di temi lavorativi ed economici. A maggior ragione: se si entra nella sfera governativa, l’incontro è inopportuno in tutta la sua evidenza”.
Anche Siri era presente all’incontro: sgarbo ai 5 stelle?
“Guardi, se ci si riflette, se si considera l’incontro di ieri come incontro di partito, la presenza di Siri, che è consigliere economico di Salvini, è una presenza del tutto logica. Quello che non è logico è che una cosa del genere sia avvenuta al Viminale. È questo il problema: Salvini ha organizzato un incontro di partito, ammantandolo di una veste governativa con la scelta del luogo, creando una confusione antipatica rispetto alla quale le rimostranze sono legittime”.
Non crede che dietro ci sia solo la volontà di mettere uno sgambetto a Di Maio?
“Ormai è quasi perdere tempo dire che le forze di maggioranza si danno fastidio a vicenda. È un fatto assodato. Non vale neanche la pena interrogarsi se questo sia il 38esimo atto di ripercussione o è fatalità: allo stato attuale è irrilevante”.
Inevitabile la domanda a questo punto: crede che il Governo durerà?
“Guardi, io ero certo che il Governo sarebbe caduto con tempistiche tali da consentire di andare al voto a settembre. Salvini, però, l’ha tirata lunga e a questo punto credo che la Manovra dovranno farla. La mia impressione è che c’è in atto la stessa dinamica del 2014: l’enorme successo elettorale diventa un tesoro da spendere bene, ma anche un tesoro che si ha il terrore di spendere. E questo ti rende prigioniero. Anche perché le grandi salite di consenso rapide si accompagnano sempre a cadute altrettanto rapide. L’epilogo per Salvini sarà più o meno lo stesso di Renzi”.