La scena è ributtante fin dall’inizio. Una cena natalizia con la sua squadra di calcio del Monza, la fintamente aria allegra delle cene aziendali obbligatorie a cui non vorrebbe mai andare nessuno. Silvio Berlusconi che regge il microfono come un cantante di pianobar e per invogliare i calciatori a vincere le prossime partite contro Milan e Juventus promette “un pullman di tr**e” ai giocatori”. Tutti ridono, qualcuno perfino applaude.
Diventa un caso la promessa di Silvio Berlusconi ai giocatori del Monza. Ma a destra, dalla Meloni in giù nessuno ha nulla da dire
La servitù è una malattia irresistibile per chi ha occhi solo per il padrone. L’ex cavaliere nel video sorride tronfio, come sorridono quelli che sanno di avere toccato livelli infimi per solleticare gli sfinteri del pubblico e si sentono eroi. A rendere il tutto ancora più degradante si scorge Marta Fascina, la sposa per finta di Berlusconi, che osserva la scena. Mentre il branco di uomini esulta per le donne pezzi di carne lei è l’unica donna a cui tocca abbozzare un sorriso che le esce di sguincio.
Berlusconi, al solito, mostra la sua natura. Basta farlo parlare per più di qualche secondo senza le sue badanti che lo tengono a freno per vederlo incarnare il più becero maschilismo. Se esistesse nel mondo una fallocrazia ne sarebbe presidente ad honorem. Non è lui a stupire, a essere desolante è il fatto che pochi mesi fa qualcuno l’avrebbe votato come Presidente della Repubblica, con l’appoggio di certi presunti editorialisti e moralisti che sono classe dirigente di questo Paese.
“Non siamo sorprese, è il linguaggio con cui ha governato e impoverito l’Italia. È questo il personaggio, che non si smentisce, anzi, insiste, che Giorgia Meloni, Salvini e Tajani avrebbero voluto al Colle? Un vero maestro di vita e politica che dovrebbe uscire per sempre dalla vita pubblica”, dice Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. Di “schifezza” e “tristezza” parla il leader di Azione Carlo Calenda mentre la presidente di Italia Viva Teresa Bellanova denuncia “una visione anacronistica e vergognosa”: “una frase sessista in cui ancora una volta la donna è non un soggetto con piena dignità, ma un oggetto ad uso e consumo degli uomini, un premio per i valorosi”.
Ma il punto vero lo coglie la deputata dei 5 Stelle Chiara Appendino: “Ora – scrive -, Berlusconi lo conosciamo, qualcuno dirà che non c’è nulla di nuovo. Peccato però che lui e il suo partito facciano parte della maggioranza di Governo e quindi chiedo a Giorgia Meloni cosa ne pensi lei, la prima donna Presidente del Consiglio, di questa rivoltante volgarità. Tacciamo e facciamo passare questo messaggio alle nostre figlie, Giorgia?”.
E ancora: “È ammissibile che le donne siano considerate oggetti sessuali, premi da consegnare come fosse merce acquistata al mercato? Auspico che la Presidente Meloni e tutte le donne e gli uomini di Forza Italia e che compongono questa maggioranza di governo prendano le distanze e condannino queste ignobili parole pronunciate come se nulla fosse, di fronte a centinaia di persone”.
Risposte dalla maggioranza ovviamente non ne arrivano. Ma quando qualcuno molto spericolatamente esultava per Meloni come alfiere del femminismo a Palazzo Chigi in molti facevano notare che serve ben altro di una semplice donna al comando per riabilitare le donne. Dalla bambola gonfiabile portata sul palco da Matteo Salvini a quest’ultima (tra tante) uscita di Berlusconi si capisce subito cosa siano le donne per la maggioranza che sostiene questo governo. Il tetto di cristallo, per Giorgia Meloni, sono proprio i suoi alleati. E quelli no, non li ha sfondati, nemmeno educati.