Per la prima volta Sergio Mattarella esce dai binari istituzionali. E seppellisce il dibattito sulla data del referendum, con annessa ipotesi di spacchettamento dei quesiti. “In queste settimane a proposito della data del referendum e del cosiddettospacchettamento, mi è parso di assistere a discussioni un po’ surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon”, ha affermato il presidente della Repubblica, durante la cerimonia del Ventaglio. Una blindatura totale delle posizioni espresse da Matteo Renzi, che sentitamente ringrazia. “La procedura del referendum è regolata dalla legge e l’iter per la fissazione della sua data può essere avviato soltanto dopo che la Corte di Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse a referendum”, ha ricordato il capo dello Stato. “La Cassazione, che ha il compito di valutare la loro regolarità, secondo la legge, ha tempo fino al 15 agosto per comunicarlo. Fino a quando non vi sarà questa comunicazione la procedura per fissare la data non può partire”, ha concluso sulla questione referendum.
Allerta terrorismo
Mattarella ha anche toccato la questione terrorismo dopo gli ultimi eventi in Germania e Francia. “Quel che dobbiamo impedire è che la paura ci vinca. Non possiamo consentire che il nostro Paese entri nell’età dell’ansia”, ha scandito il Presidente. “Le istituzioni e le società europee sono in affanno”, ha ammesso, aggiungendo ancora: “Non si può ignorare o condannare la paura: è uno stato d’animo che merita rispetto. Occorre rispondervi con grande serietà. Nel mio discorso di insediamento mi sono permesso di dire che lo Stato deve saper assicurare il diritto dei cittadini a una vita serena e libera dalla paura”. Infine, il capo dello Stato ha lanciato un appello alla responsabilità, che “richiede impegni comuni al di sopra delle divisioni. Sul piano continentale e su quello interno occorre una sempre più ampia e completa collaborazione operativa tra gli Stati”.