Un Mondiale di calcio in versione extra large: la Fifa sta valutando infatti di allargare ulteriormente la Coppa del mondo a partire dal 2026. Il presidente della federazione internazionale, Gianni Infantino, ha illustrato il progetto in un’intervista all’emittente statunitense Cnn. “La qualità di sicuro resta. Non dimentichiamo quanto accaduto all’ultima Coppa del Mondo, con Inghilterra e Italia eliminate dal Costa Rica”, ha affermato Infantino. “Se vogliamo prendere sul serio la nostra missione di far crescere il calcio in tutto il mondo, non c’è spinta maggiore per un Paese o una regione che qualificarsi ai Mondiali”, ha osservato, facendo passare la grande operazione economica come un tentativo di far crescere i Paesi meno evoluti calcisticamente.
L’allargamento a 48 squadre, rispetto alle attuali 32, comporterebbe anche delle profondo modifiche organizzative, facendo sostanzialmente sparire il concetto di unico Paese organizzatore. “Non possiamo più chiedere a un singolo Paese di avere 12-14 stadi top, aeroporti e strutture. Guarderemo alla possibilità che siano due, tre o quattro i Paesi a presentare una candidatura congiunta, con il conseguente risultato del contenimento dei costi”, ha evidenziato il presidente della Fifa per le prossimi edizioni dei Mondiali. E nel corso dell’intervista Infantino ha strizzato l’occhio a un’altra Coppa del mondo negli Usa, dopo l’edizione del 1994. “Potrebbe essere una soluzione, visto che nel 2010 i Mondiali sono stati in Africa, nel 2014 in Sudamerica, nel 2018 in Europa e nel 2022 in Asia”.
Un cenno è andato anche al prossima competizione: Russia 2018. “Le autorità e la Federazione russa ci hanno dato le necessarie garanzie, sarà una festa del calcio. La Russia sa che gli occhi di tutto il mondo saranno puntati su di lei e i Mondiali rappresentano un’occasione per mostrarsi sotto una luce diversa”, ha detto il numero uno della federazione internazionale. “La Fifa, però, non è un organo di polizia internazionale, ci occupiamo di calcio e non possiamo risolvere i problemi del mondo. Possiamo metterli sotto i riflettori, discuterne e provare ad affrontarne qualcuno”, ha concluso Infantino.