Sarà Carlo Calenda, attuale rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea, il nuovo ministro allo Sviluppo economico. Il premier Matteo Renzi ha annunciato la sua nomina in diretta ieri a Che tempo che fa, spiazzando di fatto i pronostici che davano come favoriti il manager Chicco Testa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Arriva, dunque, il nome tanto atteso per riempire la casella lasciata vuota dopo le dimissioni dell’ex ministro, Federica Guidi.
Nato a Roma nel 1973 dall’economista Fabio Calenda e dalla regista Cristina Comencini, il prossimo titolare del Mise è cresciuto sotto l’ala protettrice di Luca Cordero di Montezemolo, avendo lavorato nella Ferrari, ricoprendo gli incarichi di responsabile relazioni con le istituzioni finanziarie e responsabile Customer Relationship Management. Ma non basta. Dal 2004 al 2008, poi, è diventato primo assistente dell’allora presidente di Confindustria, assumendo prima la delega agli affari internazionali, e poi ricoprendo il ruolo di direttore dell’area strategica affari internazionali di viale dell’Astronomia.
E anche l’avventura politica di Calenda è nata ancora sotto il segno di Montezemolo. Il prossimo ministro dello Sviluppo economico, infatti, ha ricoperto anche il ruolo di coordinatore politico dell’associazione Italia Futura, il think-tank fondato proprio dall’ex presidente Ferrari. Nel 2013 si è poi candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica, ma non è stato eletto. Nel febbraio 2015, insieme ad altri esponenti della formazione di Mario Monti, ha dichiarato concluso il progetto del partito e ha aderito al Partito Democratico.
Ma Calenda è uno che conosce bene il palazzo di Via Molise. Con Enrico Letta, infatti, è stato nominato viceministro dello Sviluppo economico nel maggio 2013. Matteo Renzi, peraltro, lo ha confermato in quel ruolo, per poi promuoverlo a rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea nel marzo 2016. La scelta del capo del governo non aveva mancato di sollevare polemiche, dato che era la prima volta che si affidava quell’incarico a un non diplomatico. Insomma, massima fiducia nei confronti di Calenda. Tanto da richiamarlo ora in Italia per guidare il ministero dello Sviluppo Economico.