Per misurarne l’influenza bastava buttare ieri lo sguardo sulle persone che si sono radunate all’interno del Tempio di Adriano, alle spalle del Pantheon, a Roma per salutarlo: il sociologo Domenico De Masi negli ultimi anni della sua vita è stato senza dubbio uno degli ideologi del Movimento Cinque Stelle, ma per tutta la vita è stato e resta un uomo di sinistra.
“È stato un grande amico del MoVimento 5 Stelle, una grande fonte di ispirazione per le nostre battaglie sul salario minimo, per la riduzione del tempo del lavoro, le nostre battaglie di protezione sociale per non lasciare nessuno indietro”, ha detto il presidente M5S Giuseppe Conte, ricordando come lo studioso, mancato all’età di 85 anni per una malattia fulminante, sia “stato amico di tanti potenti ma prima di tutto amava la chiarezza, la verità intellettuale. De Masi è stato portatore di una visione del mondo, e senza una visione del mondo non andiamo da nessuna parte”, ha detto Conte.
Una folla ha riempito il Tempio di Adriano per l’ultimo saluto sociologo Domenico De Masi. Conte: “Fonte di ispirazione per i 5S”
Prima del presidente M5S si erano succeduti altri interventi, a partire dall’amata moglie Susi del Santo, dalla nipote e dalla famiglia del Fatto Quotidiano, giornale che gli aveva affidato la scuola di formazione. L’amministratore delegato Cinzia Monteverdi, il direttore Marco Travaglio e poi altri hanno ricordato l’entusiasmo che “Mimmo” aveva messo in questo progetto. Poi tanti altri ricordi di amici ed ex studenti del sociologo. Presente alla cerimonia laica anche il direttore della Notizia, Gaetano Pedullà che ha portato ai familiari il cordoglio di tutta la redazione. Come sanno i nostri lettori, De Masi era spesso ospite delle pagine di questo giornale, che arricchiva con interviste e interventi sempre lungimiranti e interessanti.
La storia del professore, d’altra parte, è stata costellata di generosità, passione e amicizie di grande livello.
Nato in Molise e formatosi in Campania, De Masi frequentò Parigi da allievo di Touraine e il Brasile dell’amico Lula che in questi giorni ha voluto, da presidente, ricordarlo ufficialmente. Intendeva il suo ruolo di professore universitario in modo totalizzante, sempre a disposizione dei suoi studenti, senza rinunciare a un marcato profilo politico. A Milano, lavorò alla Cmf del gruppo Iri e ottenne un riconoscimento dall’allora Cee, la Comunità Economica Europea.
Consigliò a Grillo le modalità di ideazione e di realizzazione del Reddito di cittadinanza
Da preside della facoltà di Scienze della Comunicazione alla Sapienza nel 2009 non si tirò indietro quando ci fu da organizzare la protesta contro i tagli dell’allora ministra Gelmini, tenendo lezioni nelle piazze per denunciare le condizioni “da straccioni” in cui versavano gli atenei. Amava la tecnologia, seguendo e utilizzando i progressi tecnologici utili alla divulgazione. Quando si avvicinò ai Cinque Stelle, dopo le delusioni per un Centrosinistra che aveva puntato all’egualitarismo troppo timidamente, consigliò a Beppe Grillo le modalità di ideazione e di realizzazione del Reddito di cittadinanza.
Fu molto critico con il Movimento nel periodo del governo gialloverde: “Quelli del Movimento mi danno ragione in privato e criticano Salvini, ma poi davanti alle telecamere non tengono coraggio”, ripeteva. Per De Masi “il Movimento 5S era fatto da granelli di destra e di sinistra, Salvini si è fregato i granelli di destra e il M5s si è quasi dimezzato”. Fu critico anche con Luigi Di Maio quando decise di rompere con Conte e Grillo: confesso di avere “passato ore a parlarci per convincerlo a restare”, ma ammise che non era servito a nulla. Ha da sempre approfondito le tematiche socio-organizzative, il post-industrialismo e di recente anche il fenomeno del lavoro agile (oggi chiamato smart working). De Masi ha elaborato un suo paradigma sociologico, partendo dal pensiero di maestri come Tocqueville, Marx, Taylor, Bell, Gorz, Touraine, Heller e la Scuola di Francoforte.
“La sinistra non esiste più”, amava ripetere, “in Italia ci aspettano quattro lunghi anni di opposizione. Potrebbero essere però l’occasione per trovare un modo di rifondare la sinistra. E bisognerebbe partire proprio dai 14 milioni di poveri che ci sono in Italia, ma devono diventare una classe, una classe sociale consapevole: individuare i nemici, come Meloni, e organizzarsi. Come insegnava Marx. Ma nessuno lo legge più”. La nipote Irene ieri durante la celebrazione si è commossa mentre lo definiva un “nonno e un padre meraviglioso che ci ha accompagnato tutta la vita, cosi’ come faceva con gli studenti”.
Il sociologo è stato tra gli sostenitori del Reddito di cittadinanza e di un nuovo welfare
Dopo hanno preso la parola anche l’attrice Marisa Laurito, Antonio Bassolino, i giornalisti Myrta Merlino e Manuela Rafaiani e tanti altri. Presenti anche Marco Tardelli, Paolo Cirino Pomicino, Umberto Croppi, Maurizio Gasparri. Quest’ultimo uscendo dal Tempio di Adriano ha ricordato che De Masi “aveva dato attenzione ad un libro che avevo scritto con Urso”. Poi “ci eravamo ritrovati tempo dopo “su posizioni diverse soprattutto nei dibattiti televisivi”, ma lui “era una persona aperta al confronto. Quasi mai eravamo d’accordo sul reddito cittadinanza” ma era “una persona da stimare e rispettare”. “Aveva cuore a sinistra e testa in avanti”, ha affermato Bassolino. Ora resta da vedere, passato il cordoglio, se qualcuno avrà voglia di prendersi la responsabilità di attuarne la visione. Ma nemmeno De Masi, sempre così ottimista, pareva avere troppa fiducia.