Ha incontrato il Papa. Poi ha visto il presidente della Repubblica. Nel frattempo ha visitato Tor Bella Monaca invasa dai topi e ha fatto un sopralluogo all’impianto di smaltimento rifiuti di Rocca Cencia. Ma soprattutto ha dovuto fare i conti con le tensioni interne per la formazione della nuova giunta e l’indicazione del capo di gabinetto. Il primo mese da sindaco di Roma, Virginia Raggi, è passato così tra tanti momenti istituzionali e mille beghe. Ma senza nemmeno una delibera. Solo ieri – esattamente un mese dopo la vittoria al ballottaggio – si è svolta la prima riunione della giunta (allargata ai consiglieri).
NOMINE DOLOROSE – La lunga trattativa per la squadra di governo capitolina ha alimentato le malignità dei detrattori; e di fatto ha rallentato l’operato di Virginia Raggi. La nomina di Daniele Frongia come capo di gabinetto ha falsato da subito la partenza della nuova amministrazione. Anche perché ha dovuto far ricorso ad alcuni cavilli per giustificare la scelta (essendo eletto non poteva svolgere quella mansione). Ma la retromarcia ha provocato un danno ulteriore: Daniela Morgante ha lasciato il ruolo a tempo di record. “Non mi faccio mettere nel tritacarne”, ha detto. E la faida interna al Movimento 5 Stelle romano era stata già molto cruenta: a farne le spese l’ex campione di rugby, Andrea Lo Cicero, rimasto senza poltrona in barba alle rassicurazioni che aveva ricevuto – fin dal giorno successivo alla vittoria dei pentastellati – sul conferimento dell’incarico di assessore allo Sport al Campidoglio. Come se non bastasse una nuova bufera si è abbattuta sul titolare del Bilancio, Marcello Minenna, intenzionato a conservare il posto da dirigente nella Consob. Alla fine ha dovuto cedere, andando in aspettativa. Ma la spina più dolorosa è stata la rottura con Roberta Lombardi, la deputata molto potente nelle gerarchie romane. La sua fuoriuscita dal mini-direttorio, formato per supportare la Raggi, ha coronato un mese tribolato per il sindaco. Che dei tradizionali “primi 100 giorni” ne ha già bruciati 30.
SENZA STREAMING – La prima convocazione della giunta ha fatto anche registrare una discontinuità rispetto al passato: l’assenza della diretta video. Raggi ha postato solo un breve filmato sul proprio profilo Facebook. La decisione non è passata inosservata. “La seduta sarà aperta ai consiglieri comunali del M5S ma rimarrà inaccessibile ai cittadini”, ha commentato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Nessuna diretta streaming, nessuna diretta Facebook. Sindaco Raggi, perché non vuol far vedere ai romani i lavori dell’organo che decide dove vanno a finire i soldi dei romani?”, ha aggiunto. E anche Giovanni Zannola del Pd ha ironizzato: “Quelli del M5S hanno imparato in fretta e stanno mettendo in pratica l’antico adagio che ha caratterizzato una certa politica della Prima Repubblica: fate ciò che dico ma non quello che faccio”.