No al “laricidio”. È il grido d’allarme lanciato dal Club Alpino Italiano dopo l’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob per le prossime olimpiadi invernali a Cortina d’Ampezzo, cominciati con il taglio di 500 larici secolari.
No al “laricidio”. È il grido d’allarme lanciato dal Cai dopo l’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob di Cortina
Il Cai condivide la visione del suo Comitato scientifico centrale sulla vicenda, secondo cui “se è gravissima la perdita, in termini di naturalità” del territorio e del paesaggio, va ricordato che i “parchi a larice” da secoli sono soggetti a tagli per l’utilizzo di legname nell’edilizia e nell’industria del mobile. Tagli però ben diversi da quello a raso effettuato in questo caso, senza alcun rispetto delle procedure forestali. Il problema vero, secondo il Cai, è la costruzione dello Sliding Center di Cortina, “un’opera contro cui si sono espressi in molti, fra comuni cittadini, associazioni e comitati civici, e anche lo stesso Comitato Olimpico Internazionale. Un’opera che, mutuando le critiche mosse dal Cio, è da ritenere intempestiva rispetto al cronoprogramma predisposto per le Olimpiadi invernali 2026, enormemente costosa (verosimilmente poco meno di un centinaio di milioni di euro), non sostenibile quanto al suo mantenimento in futuro, sostanzialmente inutile (vista la disponibilità di altri impianti già funzionanti e considerato il ristrettissimo numero di praticanti delle discipline sportive interessate). Il tutto senza considerare l’ulteriore consumo di suolo (diversi ettari) che l’opera comporta, problematica questa che già vede il Veneto posizionarsi ai primi posti fra le regioni italiane”.
Il Club Alpino Italiano, non certo un gruppo di facinorosi ambientalisti, ricorda poi quanto accaduto a Cesana, in Piemonte, dove la pista costruita per le Olimpiadi 2006 è oggi un rudere. Inoltre, il Cai ricorda l’iter degli appalti andati a vuoto per costruire la pista ampezzana: solo il 18 gennaio scorso era pervenuta una sola offerta per edificarla, mentre le due gare per il precedente progetto erano andate deserte (a settembre e a ottobre 2023). E non sorprende: i tempi per la realizzazione dell’opera sono strettissimi e lo stesso Cio ne ha contestato ripetutamente l’utilità. Per non parlare del costo annuale dell’impianto a regime che, se sarà realizzato, supererà abbondantemente 1,2 euro, di cui solo un terzo è stato assicurato dalla Regione Veneto e il resto è insostenibile per il Comune di Cortina che, come ha dichiarato il Sindaco, Gianluca Lorenzi, rischia il default.
La società Simico contesta le accuse sulle piante. “Solo il 7% aveva più di 100 anni e metà erano malate”
Accuse rispedite al mittente da Simico, Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, secondo la quale “Nell’area del nuovo Sliding Centre – come è facilmente verificabile – non sono stati abbattuti 2 mila alberi: si tratta di una notizia totalmente falsa. Così come non corrispondono a verità tutte le comunicazioni riferite al taglio di centinaia di larici secolari: dei circa 500 larici tagliati è risultato che solo il 7% ha un’età vicino a cento anni. Inoltre, è stato accertato che circa la metà (50%) degli alberi tagliati era malato o danneggiato, e dunque sarebbe stato in ogni caso rimosso per ragioni di sicurezza”. Simico aggiunge poi che la rimodulazione del precedente progetto del “Cortina Sliding Centre” in favore di un nuovo ‘Cortina Light’ ha comportato l’eliminazione di alcune superfici che ricadevano sull’area soggetta a vincolo boschivo, rendendolo dal punto di vista percettivo più leggero, integrato e meno impattante rispetto al contesto”. In pratica si vanta di non aver tagliato alberi in un’area vincolata…