Generico e fumoso come sempre, pronto a fare ironia spicciola. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al Senato, nel corso del question time, non si smentisce. Interrogato sui pessimi risultati del nostro Paese sul fronte della crescita, sul crollo della produzione industriale e sull’erosione dei redditi, si limita a promesse e ad annunci.
“Per quanto riguarda l’andamento dell’economia, abbiamo chiaramente aggiornato le previsioni, come tutte le istituzioni internazionali, che originariamente avevano fissato e avevano dato credibilità al numero dell’1 per cento”, si difende Giorgetti di fronte al dimezzamento del Pil dello scorso anno allo 0,5%. E sostiene che qualche spiraglio ora si aprirà.
“Ho sempre ribadito che le sorprese positive si riferiscono ai dati della finanza pubblica. Questo tra qualche settimana troverà conforto”, dice. Il governo, argomenta il ministro, ha cercato di sostenere i redditi delle famiglie col taglio del cuneo fiscale ma se poi è arrivato il caro-energia a divorare i vantaggi (presunti), la colpa non è delle politiche del Mef o di Palazzo chigi.
Scaricabarile e promesse: arriva un intervento contro il caro-energia tardivo
“L’andamento dei prezzi dell’energia, in particolare delle bollette, non dipendono dal comportamento del Governo ma, al contrario, da fattori totalmente estranei”. E qui l’annuncio: “In questo senso, nelle prossime settimane dovrà essere assunto un provvedimento con riferimento a queste dinamiche dei prezzi. Aggiungo che, probabilmente, un’onesta riflessione su cosa abbia significato il passaggio al libero mercato debba essere fatta”.
E poi il solito scaricabarile: “Ricordo che anche questo è uno degli impegni che era stato assunto non certo da questo Governo. Al netto di ciò, questo è un elemento importante che dobbiamo tenere in considerazione. Infatti, se il Governo fa un grande sforzo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti con reddito medio-basso, ma poi l’aumento dei prezzi delle bollette se lo divora, questo va circoscritto e delimitato”.
Sull’andamento dell’economia, Giorgetti si dice “convinto che la situazione internazionale pone di fronte a noi delle grandissime sfide. Non nascondo che ci sono anche elementi di preoccupazione rispetto alle nuove dinamiche che ha assunto l’amministrazione americana e alle risposte – o non risposte – che a livello europeo si stanno studiando e verificando. Ci sono però anche delle opportunità che questo Governo è in grado di interpretare proprio grazie al nuovo standing di tipo internazionale che abbiamo meritato”.
L’accusa di Renzi: governo attento ai mercati finanziari e non a quelli rionali
Per il leader di Iv, Matteo Renzi, il ministro è più attento ai mercati finanziari che non a quelli rionali. Poco da dire, poi, in merito all’erosione dei redditi. Il nuovo assetto dell’Irpef presenta, dice il ministro, un maggior grado di progressività e una maggiore azione redistributiva rispetto a uno scenario senza interventi. Non se la beve il Pd.
“Detrazioni, bonus e interventi sul cuneo fiscale hanno avuto l’effetto paradossale di diminuire invece che aumentare il reddito disponibile per lavoratori e pensionati. Per esempio un lavoratore che guadagna 34 mila l’euro l’anno, nel 2024 godeva di 27 mila euro di reddito disponibile, quest’anno ha a disposizione solo 26 mila euro. Giorgetti non ha risposto nel merito, sebbene la sottosegretaria Albano abbia ammesso in altra sede che qualcosa non ha funzionato”, dice la senatrice dem Cristina Tajani.
“A questo si aggiunge l’aumento del fiscal drag sulle spalle di lavoratori e pensionati, circa 25 miliardi di euro, e i rinnovi contrattuali che non arrivano a coprire l’inflazione. La restituzione fiscale è dunque un tema prioritario. Il Mef fatica a trovare una copertura per l’ennesima rottamazione, ma quei soldi dovrebbero invece essere spesi dall’Esecutivo per aumentare salari e pensioni attraverso la restituzione fiscale”, conclude la senatrice Pd.
Già la rottamazione. Ma anche su questo punto il numero uno di via XX Settembre è laconico: “Lavoro sempre sulle coperture, di ogni tipo, perché purtroppo il lavoro del Mef è su tutte le coperture”.