Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, a circa un anno dalla sua elezione con il centrodestra non ha mai lasciato il suo incarico di presidente della Croce rossa internazionale. Le sue dimissioni dall’associazione umanitaria rassegnate il 21 giugno sono state solo un atto formale dovuto alla rivolta degli altri presidenti che non hanno accettato che il suo incarico politico buttasse ombre e discredito sulla Croce rossa, che vanta una neutralità politica che con Rocca presidente di Regione sarebbe venuta meno.
La sua lettera del 21 giugno, che La Notizia ha pubblicato in anteprima, con cui il governatore si è dimesso per evitare strumentalizzazioni (soprattutto dopo aver negato il patrocinio del Gay Pride a Roma) non gli ha impedito però di girare il mondo con il passaporto diplomatico.
Rocca sempre in viaggio
Un lasciapassare che faciliterebbe per lui e il suo seguito le comunicazioni con le istituzioni, dà diritto ad esenzioni dell’IVA su alcuni acquisti e garantisce inoltre l’immunità sulle perquisizioni, oltre che trattamenti di vantaggio in caso di processi, garantendo una certa libertà di “passaggio” nei corridoi diplomatici. Tutti privilegi che Rocca sembri fatichi a lasciare. Infatti sul suo account X da presidente della Cri internazionale il governatore è seguito da 30mila follower e praticamente ogni giorno pubblica un aggiornamento dei suoi viaggi.
Il 19 settembre, per esempio, scriveva con tanto di foto allegata: “Lieto di incontrare la principessa ereditaria Sophie, presidente della Croce Rossa del Liechtenstein”. Mentre, sempre il 19 settembre, dichiarava: “Dall’Unga di New York, ho detto alla BBC News che il cambiamento climatico è stato un catalizzatore per le Libia Floods”. Ancora, passiamo al 4 ottobre, quando rilanciava anche l’importanza del suo ruolo: “È un onore presiedere il consiglio di amministrazione dell’International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies”.
Insomma un’agenda ricca di impegni che a confronto fa sembrare il suo incarico da presidente della Regione Lazio (il cui account X è seguito da poco più di mille follower) un hobby. Un passatempo, però, da cui purtroppo dipende la qualità della vita di 6 milioni di cittadini del Lazio che, non solo oggi grazie a Rocca sono i più tassati del Paese, ma devono anche fare i conti con uno dei peggiori sistemi sanitari.
Perché se la principessa del Liechtenstein ha avuto l’onore di incontrare Francesco Rocca, per la sanità laziale il governatore è latitante, in investimenti, per le assunzioni del personale sanitario e soprattutto non in grado di trovare soluzioni che riescano a fare uscire i cittadini del Lazio dall’impasse delle liste d’attesa che sempre più spesso causano effetti fatali sulla loro salute. Proprio così, la cura Rocca per la sanità è stata sin dal principio quella di assegnare denaro pubblico ai privati, e nel frattempo anche incarichi di vertice ai fedelissimi, continuando con i suoi viaggi all’estero per la Croce Rossa. Gite che a quanto ci viene riferito dall’ufficio stampa della Cri di Ginevra finiranno l’11 dicembre, ovvero solo quando verrà eletto il nuovo presidente.
Un presidente quattro stagioni
Rocca è il presidente che è stato scelto, di fatto, dal governo e dal partito di maggioranza a livello nazionale per guidare il Lazio. Nonostante avesse già alle sue spalle la gestione della Croce Rossa Italiana che non ha mai brillato per trasparenza. Dalle donazioni per la ricostruzione delle case di Amatrice (di circa 10 milioni), usati invece per il sostentamento dell’associazione, all’appalto del Cara di Mineo finito nelle carte dell’indagine “mondo di mezzo”, meglio conosciuta in tutto il Paese con il nome di Mafia capitale, per arrivare ai numerosi commissariamenti dei comitati locali territoriali (600) della Croce Rossa Internazionale per questioni economiche o di carriera (ogni comitato ha una partita Iva propria, con un conto su cui donare a nome del presidente del comitato), fino al processo di trasformazione della stessa Croce Rossa Internazionale da ente pubblico ad associazione di diritto privato con Esacri (Ente strumentale alla Croce Rossa) per consentire la liquidazione dei debiti accumulati per la cattiva gestione dall’associazione e la vendita del cospicuo patrimonio immobiliare della stessa, circa 1.200 immobili posti in vendita.
Un risanamento che tarda ad arrivare nonostante sia partito nel 2012 e che vede diversi contenziosi intentanti dagli ex 4.000 dipendenti della Cri che, dopo 12 anni, non hanno ancora ricevuto il TFR. I commissari nominati per la liquidazione sono ormai da diversi anni Patrizia Ravaioli, moglie del giornalista Antonio Polito, e di recente il neo capo gabinetto del ministro Orazio Schillaci, Marco Mattei, nominato direttamente dal ministro della Salute.