Professor Montanari, ieri è arrivata la nuova sparata di La Russa sull’antifascismo che non esiste nella Costituzione…
“Su La Russa la cosa inquietante non è il dibattito filologico ma che il presidente del Senato non perda occasione di parlare dalla parte dei fascisti. Nonostante il suo ruolo La Russa ha un’altra fedeltà, altre radici, altre storie rispetto alla nostra Costituzione. Non è nel suo contesto, non è quella la sua tradizione: abbiamo come seconda carica dello Stato un fascista. Nel merito, la disposizione finale (non transitoria) che vieta la ricostituzione del partito fascista svela una chiusura gravissima. La nostra Costituzione non riconosce libertà ai fascisti. Paolo Barile, allievo di Calamandrei, usava parole durissime: la Costituzione spoglia i fascisti delle libertà repubblicane e costituzionali. Non c’è un diritto a esprimere un punto di vista fascista. Se si consente a chi per sua essenza è l’opposto della democrazia di prendere potere la democrazia finisce. Come diceva Popper non possiamo tollerare gli intolleranti. Gustavo Zagrebelsky ha scritto che la Costituzione è anche un comando sui vinti: un’espressione molto forte. Non è una Costituzione condivisa, è un comando dei vincitori sui vinti. Degli antifascisti sui fascisti. Questo comando è ancora valido e non si può giurare fedeltà alla Costituzione essendo fascisti. La parte vincitrice esprime un comando: mai più. È un’esclusione. Il punto è questo, se non ci fosse quella disposizione La Russa potrebbe dire tutto quello che vuole. Non si spinge fino a quel punto solo per rispetto delle leggi, però si avvicina sempre con più sfacciataggine. Dal punto di vista sostanziale, il progetto della Costituzione, in ognuno dei suoi articoli, costruisce un progetto che è il contrario del fascismo. Lo ha spiegato Mattarella quando ha detto che il fascismo è il contrario della Costituzione e la Costituzione è il contrario del fascismo. La Costituzione non è solo antifascista, è anche il contrario del fascismo. Perché nasce dal desiderio di ribaltare ognuna delle tesi del fascismo. Quindi quello che dice La Russa è una serie miserabile di menzogne”.
Si avvicina il 25 aprile e, come accade tutti gli anni, riparte il dibattito sul tempo della pacificazione. Cosa ne pensa?
“Loro non vogliono la pacificazione, loro vogliono la parificazione. Vogliono l’equazione fascismo comunismo. Non a caso Giorgia Meloni va a Praga. Il discorso è sempre quello di “e allora le foibe”. Parificare mettendo tutto sullo stesso piano dimenticando che in Italia i comunisti hanno liberato il Paese e scritto la Costituzione. I comunisti italiani sono tra i padri costituenti. Non c’è possibilità di uguaglianza. Naturalmente una parte del Paese è sempre stata antiantifascista, espressione di Giorgio Bocca. Così questa parificazione è interesse anche del mondo del grande capitale italiano. Sono i comunisti dopo il crollo del muro di Berlino che si sono sentiti mancare la terra sotto i piedi. C’è il discorso di Violante sui ragazzi di Salò e una serie di innumerevoli sciocchezze. Hanno cominciato ad accusare un certo senso di inferiorità. E così tra fascisti e comunisti alla fine purtroppo c’è stata una mutua legittimazione. Credo che sia un errore della sinistra. La legge che ha istituito il Giorno del ricordo, ad esempio, è stata votata pressoché da tutti. Ricordo che l’unico voto contrario fu del senatore Pagliarulo, attuale presidente dell’Anpi. Fu anche la sinistra ad accettare che la giornata delle foibe cadesse a pochi giorni dalla Giornata della memoria”.
Abbiamo capito che il fascismo e il neofascismo stanno benissimo. E l’antifascismo invece come sta?
“C’è una ripresa di tesseramento dell’Anpi. L’antifascismo non è solo memoria. L’antifascismo è una sfida di oggi. L’antifascismo vero è l’attuazione della Costituzione, l’attuazione della giustizia sociale, del diritto al lavoro, della scuola. Nel momento in cui quello è tradito rimane semplicemente cerimoniale. Diventa un antifascismo di facciata, una stanca recita. Se tu dici sono antifascista ma non applichi l’articolo 3 della Costituzione non ha nessun senso. C’è un celebre discorso di Carlo Rosselli in cui spiega che l’antifascismo non è opposizione ma ridistribuzione. I fascisti arrivano oggi al governo sulle macerie dell’attuazione della Costituzione. Il 25 aprile del 1970 Sandro Pertini diceva “non può esservi vera libertà senza giustizia sociale e non si avrà mai vera giustizia sociale senza libertà. La libertà solo così riposerà su una base solida, la sua base naturale; diverrà una conquista duratura, sarà sentita in tutto il suo alto valore e considerata un bene prezioso, inalienabile dal popolo lavoratore italiano”. Ora rischiamo di perdere anche la libertà”.
Si dice che dedicarsi all’antifascismo non porti voti. Lo pensano in parecchi anche nel centrosinistra. È d’accordo?
“Nessuno si è dedicato seriamente a questo. La gente non la porti a votare con l’antifascismo ma con l’uguaglianza sociale. E infatti non vota più nessuno. La politica non cambia più la vita delle persone, combacia solo la vita di chi la fa”.
È tempo di dismettere la cortesia istituzionale per il prossimo 25 aprile?
“Cero. Non ha senso aspettarsi che i vertici della Repubblica ostentino un antifascismo che non conoscono. Le cose vanno dette chiaramente. Per lungo tempo sono stato l’unico in televisione a dire che questi erano fascisti. Non si poteva nemmeno definirli estrema destra, xenofobi e razzisti. C’è ipocrisia del sistema mediatico perché anche lì sono antiantifascisti per ossequio al padrone. Conta il tavolo del potere, il sistema. Perché un partito palesemente fascista, nostalgico nei suoi vecchi componenti e nei suoi giovani in sintonia con i disvalori con il neofascismo, il suprematismo, la sostituzione etnica è arrivato al governo? I fondatori sono La Russa (il vecchio fascismo), Meloni (il nuovo fascismo che c’è in tutta Europa) e poi Crosetto. FdI garantisce fedeltà atlantica. Questo fa la differenza. Se accetti i dogmi del sistema economico e sei nel blocco atlantico che tu sia un fascista o no non interessa nessuno: è schieramento atlantico contro il resto del mondo. Meloni ha saltato il fosso. Crosetto è il biglietto di invito”.