Lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è arrivato a una conclusione drastica. Vittoria Baldino, deputata del Movimento 5 Stelle, ha fatto bene il presidente ad annunciare il taglio del contratto del garante?
“Se penso al percorso che il M5S ha fatto, dalla sua nascita a oggi, dispiace molto che si sia arrivati a questo punto, forse quel contratto non doveva proprio essere stipulato, sia per il ruolo di garanzia che Beppe ricopre, sia perché ingabbiarlo in delle clausole contrattuali è difficile per definizione. Diciamo che negli ultimi tempi l’attività di consulenza non è stata svolta propriamente a favore del M5S, ma sembrava più volta a indebolire la figura del leader e questo ha creato inevitabilmente una frattura all’interno della comunità”.
Non si poteva evitare uno scontro così duro per il bene del Movimento?
“È sempre auspicabile dare un’immagine rosea di quello che accade all’interno di un’organizzazione complessa fatta di persone con diverse storie e sensibilità, ma sarebbe una finzione. I toni alcune volte sono stati eccessivamente aspri e chi assiste a questo livello di scontro può rimanere turbato e disorientato, soprattutto all’interno, perché tutti vogliamo bene al M5S della nascita e tutti abbiamo contribuito alla sua evoluzione, ma io penso che se c’è una cosa che fa male al M5S è il continuo logoramento”.
Questa mossa porta Grillo, di fatto, fuori dal Movimento?
“Faccio fatica a immaginare un Movimento senza Grillo, il mio auspicio è che Beppe rimanga il padre nobile che guarda con orgoglio la sua creatura crescere e camminare con le proprie gambe”.
E quali conseguenze può avere sul futuro dei 5 Stelle?
“Il futuro del M5S è nelle mani degli iscritti che stanno partecipando alla fase costituente con entusiasmo e motivazione”.
Ritiene che le parole di Conte nei confronti di Grillo siano state troppo dure?
“Forse Beppe non ha mai riconosciuto pienamente il ruolo di Conte, sebbene l’abbia voluto lui stesso alla guida del M5S, e non ha mai fatto nulla per nasconderlo. Poi, come spesso accade in questi casi, si è arrivati ad un livello in cui ci si confronta anche pubblicamente, con estrema franchezza da entrambe le parti”.
Teme che una battaglia così aspra possa mettere a rischio anche la costituente che si terrà tra un mese esatto?
“La costituente sta seguendo il suo percorso tracciato nel solco delle nostre regole statutarie e siamo in dirittura di arrivo verso la fase finale che si celebrerà a Roma a fine novembre. Credo che ostacolare questo percorso sia un errore”.
Dopo la costituente cosa sarà il Movimento: un qualcosa di completamente nuovo, senza neanche più il suo fondatore, o resterà ancorato alle sue origini nonostante la probabile modifica di molte regole finora ritenute fondamentali?
“Ho sempre pensato che le regole che una struttura si da devono essere funzionali ad essa e non viceversa. Non dobbiamo rinnegare quello che il M5S è stato, ma essere consapevoli del processo di maturazione che abbiamo compiuto. Una forza politica può dirsi matura se è capace di confrontarsi con umiltà e di mettersi in discussione senza dogmi per capire come può continuare ad essere utile al Paese e incidere nella scena politica. Tornare alle origini sarebbe un falso storico perché non siamo più quelli di 15 anni fa. La stella polare deve essere l’idea del Paese che vogliamo lasciare ai nostri figli, un Paese dove la persona e l’ambiente siano al centro delle azioni politiche a qualsiasi livello. Non è un’idea così lontana da quella delle origini, quello che cambia è il modo in cui quella idea si porta avanti, che non può essere lo stesso identico modo di 15 anni fa, perché è cambiato il nostro linguaggio, il nostro modo di rapportarci alle istituzioni e la percezione che si ha di noi: non più una forza nuova di rottura e protesta, ma un movimento che è stato al governo del Paese e di importanti città, che si è confrontato con la complessità delle cose e conosce il valore del confronto politico. Abbiamo la responsabilità di dire con chiarezza ai cittadini chi siamo, cosa vogliamo e come abbiamo intenzione di portare avanti le nostre battaglie, con una precisa scelta di campo e senza ambiguità rispetto a temi cruciali. Il M5S delle origini aveva l’ambizione di piacere a tutti, un’ambizione legittima quando ti poni come il nuovo, ma illusoria e utopistica quando ti porti dietro una storia politica importante come la nostra. E io penso che i cittadini non abbiano più voglia di cedere a false illusioni”.