di Stefano Sansonetti
Un uomo molto vicino al comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo. Fortemente sponsorizzato da quest’ultimo e dal capo di stato maggiore del corpo, ovvero Luciano Carta. Nello staff del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, è appena entrato Francesco Frattini, colonnello delle Fiamme Gialle che, secondo quanto filtra, fa parte della squadra dei fedelissimi dell’attuale numero uno della Gdf. Frattini ha sin qui lavorato al cerimoniale del corpo, ma in passato ha guidato le Fiamme Gialle di Fiumicino. E adesso approda a via XX Settembre come aiutante di campo. Il suo nome ha messo d’accordo i vertici della Gdf, dopo che nei giorni scorsi un altro big, Flavio Zanini, comandante interregionale dell’Italia Nord-orientale, aveva tentato di entrare nell’entourage ministeriale di Saccomanni, a quanto pare stoppato proprio dall’intervento di Capolupo. Con questo ingresso, ad ogni modo, va componendosi il mosaico delle nuove poltrone di via XX Settembre.
Gli altri arrivi
Tra le novità c’è anche l’indivduazione di un nuovo vicecapo di gabinetto. Si tratta di Alberto Tabacchi, finora funzionario della commissione bilancio della Camera dei deputati. Un po’ la stessa estrazione di Daniele Cabras, il capo di gabinetto che ricopriva l’incarico di capo della struttura tecnica della stessa commissione bilancio di Montecitorio. E’ quindi proprio questa la riserva a cui Saccomanni, e il capo della sua segreteria tecnica Francesco Alfonso, hanno deciso di attingere per smantellare gran parte di tutta la precedente organizzazione del gabinetto ministeriale.
La parte finanze
Tassello ancora da coprire, almeno formalmente, riguarda il posto da capo dell’ufficio legislativo delle Finanze. L’incarico sembra ormai alla portata di Francesco Frettoni, magistrato ordinario, con un recente passato come consigliere del gabinetto del ministero della pubblica amministrazione, quando il timone del dicastero era in mano a Renato Brunetta, attuale capogruppo del Pdl alla camera.
Ma Frettoni era rimasto con un ruolo simile anche con il successore di Brunetta, ovvero quel Filippo Patroni Griffi che nel frattempo è diventato sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo guidato da Enrico Letta. Precedentemente, invece, era già stato definito l’ingresso al ministero dell’economia di Luigi Caso, consigliere della Corte dei conti, adesso capo dell’ufficio legislativo per ciò che concerne la parte Tesoro. Nelle scorse settimane aveva suscitato un certo scalpore il fatto che a via XX Settembre Alfonso e Caso fossero stati individuati nei loro rispettivi ruoli prima di Cabras, il capo di gabinetto dal quale peraltro dipende l’ufficio legislativo.
Un segno, ha commentato più di qualche osservatore, di come il vero uomo forte del ministero sia proprio Alfonso, al vertice della segreteria tecnica di Saccomanni. Nella squadra del ministro, peraltro, sta già lavorando Vieri Ceriani, ex sottosegretario all’economia che nel periodo del governo guidato da Mario Monti aveva avuto la delega sulla riforma tributaria.
Il nome di Ceriani, ex responsabile fiscale della Banca d’Italia, era già finito all’attenzione di Saccomanni, che giorni fa aveva annunciato l’intenzione di recuperarlo nel suo staff. Cosa che sta puntualmente avvenendo.
Il tutto a confermare una presa indiscutibile della Banca d’Italia nei confronti del superdicastero dell’economia. E’ infatti appena il caso di ricordare che non solo Saccomanni è stato direttore generale di palazzo Koch, ma lo stesso nuovo ministro dell’economia è riuscito a insediare al vertice della Ragioneria generale dello Stato Daniele Franco, già capo della ricerca economica della banca centrale. Insomma, una presenza di pezzi da novanta di via Nazionale che la dice lunga. Senza contare, come hanno fatto osservare in molti, che Saccomanni e Franco sono due profili particolarmente stimati da Mario Draghi, ex governatore di Bankitalia e ora sulla tolda di comando della Banca centrale europea.