Dopo che la sua presidente del Consiglio ha spiegato che non è vero che lo stop al Reddito di cittadinanza è un fulmine a ciel sereno e che era già noto con la legge di Bilancio, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, e la stessa premier fanno a gara a sparare numeri in libertà, contraddicendosi tra loro. “Il dato dei 500mila che perderanno” il Reddito di cittadinanza “è un dato che non ritorna con le evidenze del ministero. Rispetto alla platea dei soggetti che consideriamo occupabili, nella fascia 18-59 anni, all’inizio anno con la Manovra avevamo previsto circa 400mila soggetti. Adesso coloro che usciranno dal circuito del Reddito perché non considerati soggetti in condizione di fragilità sono circa 200mila”, dichiara la Calderone.
Palazzo Chigi parla di 112mila esclusi dal Reddito di cittadinanza su 300mila stimati. Contro i 200mila su 400mila previsti dal ministero del Lavoro
Diversi i numeri che dà Giorgia Meloni. Per la premier le stime di chi avrebbe perso il Reddito di cittadinanza erano di “300mila” persone (meno dunque delle 400mila citate dalla sua ministra) e invece lo hanno perso in “112mila”. “Ragionevolmente – osserva – significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato”.
A inchiodarle è la pentastellata Chiara Appendino. “Le dichiarazioni della premier Meloni e della ministra del Lavoro Calderone sul Reddito di cittadinanza aggiungono ulteriore confusione al caos generato da Governo e Inps. Qui le cose sono due: o mentono sapendo di mentire, oppure non leggono i loro stessi provvedimenti e le relazioni tecniche. In quella che accompagna il decreto Lavoro c’è scritto nero su bianco che i nuclei famigliari percettori di Rdc che transiteranno nel Supporto per la formazione e il lavoro, un’elemosina da 350 euro al mese circoscritta al periodo di frequenza ai fantomatici corsi di formazione, saranno 436mila per un totale di 615mila persone. Già dal primo agosto, 169mila famiglie sono state lasciate prive di qualsiasi sostentamento: con che coraggio parlano?”, dichiara l’ex sindaca di Torino.
Lo stesso Ufficio parlamentare di Bilancio, dati alla mano, ha sostenuto che su quasi 1,2 milioni di beneficiari del sussidio pentastellato, ben 400mila saranno costretti a farne a meno perché esclusi dall’Assegno di inclusione. Esclusione che avviene perché all’interno di questi nuclei non sono presenti soggetti tutelati. Per i restanti 790mila, invece, in cui ci sono soggetti tutelati, un altro 12% (97mila circa) sarebbe escluso per i vincoli di natura economica.
In totale, quindi, i nuclei familiari che beneficeranno dell’Assegno di inclusione saranno circa 740mila. Meloni, poi, cita, come il giorno prima ha fatto Calderone, le stime di Unioncamere-Anpal sulla previsione per il trimestre agosto-ottobre di 1,3 milioni di assunzioni. Ma dimentica che la maggior parte dei percettori del sussidio è scarsamente qualificata e poco appetibile per le aziende. E che, infine, i percettori avrebbero bisogno come il pane di corsi di formazione che però il governo non ha mai fatto partire.