Di Marco Castoro
Anche i campioni piangono. Le lacrime sono diventate le protagoniste del Mondiale di calcio. Si piange di gioia. Di rabbia. Di dolore. Per la tensione e la sofferenza. Per le eliminazioni. Per un rigore sbagliato. Occhi lucidi e singhiozzi di Julio Cesar e Thiago Silva per la gioia dopo aver evitato l’eliminazione ai rigori dei padroni di casa contro il Cile. Piange James Rodriguez, il giovane talento colombiano, sconfitto dal Brasile e consolato al termine della gara da David Luiz. Piange di dolore Neymar negli ultimi minuti del quarto di finale vinto contro la Colombia. Il simbolo della Seleçao esce dal campo in barella al 89’. E nonostante tutto il Brasile aspetti il miracolo di rivederlo in campo per la finale, magari dopo un’infiltrazione, il medico l’ha escluso categoricamente. Una vertebra rotta mica è uno scherzo. Rischierebbe di rimanere instabile, non solo il calciatore ma anche l’uomo. Morale della favola: stasera il Brasile affronta la Germania senza Neymar infortunato e Thiago Silva squalificato. E lo scoglio da superare diventa ancor più grande. I tedeschi sono un avversario molto temibile e affrontarli senza il miglior difensore e il migliore attaccante diventa un’impresa.
I tedeschi per la storia
La Germania ha un’occasione unica. Eliminando il Brasile avrebbe grosse chance di essere la prima nazionale europea a vincere un Mondiale in un altro Continente che non sia quello europeo. Dalla parte del Brasile, oltre al pubblico e ai fattori ambientali, probabilmente ci sarà un arbitraggio non ostile. Fischietto della sfida è il messicano Rodriguez Moreno, il direttore di gara di Uruguay-Italia che tirò fuori il cartellino rosso nei confronti di Marchisio, una punizione senza dubbio esagerata. Lo stesso arbitro che non vide il morso di Suarez sulla spalla di Chiellini. Non sembra proprio l’uomo nero che possa danneggiare i verdeoro. Un altro vantaggio enorme per il Brasile è il giorno in più di riposo che la squadra avrà nei confronti dell’altra finalista che si giocherà il titolo mondiale. Un fattore di non poco conto, considerando il debito di ossigeno e di forze che hanno i calciatori sopravvissuti alle eliminazioni. Ma per usufruire di questi vantaggi bisogna arrivarci in finale. E lo scoglio Germania è tutt’altro che abbordabile. Può tramutarsi nell’iceberg che mandi a picco Scolari e i suoi giocatori. A quel punto il vantaggio del giorno in più sarebbe sfruttato dai tedeschi.
Domani l’Argentina
L’altra semifinale metterà di fronte la rocciosa Argentina, che finora si è esaltata a sprazzi con le prodezze di Messi, Higuain e Di Maria (assente domani) e la squadra che all’inizio del Mondiale ha strappato più applausi, quell’Olanda capace di annientare la Spagna (5-1), di battere il Cile, per poi faticare un po’ di più nelle partite successive a eliminazione diretta. Contro l’Argentina, l’Olanda si gioca la rivincita che dal 1978 tutti aspettano. Con la Spagna la vendetta si è consumata. Ora tocca all’Argentina. Messi permettendo. L’ultimo dei tre 10 e lode rimasto in campo (gli altri due erano Neymar e James Rodriguez).