Cambia il contenuto, ma non la sostanza. La sezione migranti del tribunale di Palermo ha sospeso il giudizio sulla convalida del trattenimento di due migranti disposto in applicazione del decreto Cutro sulle procedure accelerate di frontiera. E ha soprattutto chiesto alla Corte di giustizia europea di chiarire se un Paese possa ritenersi sicuro se non lo è per tutte le categorie di persone. Insomma, sempre la solita questione che il governo ha provato a ignorare con il decreto Paesi sicuri. A quanto pare, senza successo.
Migranti, rinviati alla Corte Ue anche i decreti Cutro
Il tribunale di Palermo si chiede in particolare se un Paese possa essere definito sicuro se “vi siano categorie di persone per le quali esso non soddisfa le condizioni sostanziali di tale designazione”. Intanto è stata disposta la liberazione dei due migranti, uno ghanese e l’altro senegalese. Il giudice, rinviando la questione alla Corte Ue, esprime la sua opinione spiegando che a suo giudizio non si possa ritenere sicuro un Paese “con esclusione di categorie – e a maggior ragione di dichiararlo sicuro per intero quando risulti che per alcune categorie di persone non lo sia – per considerazioni che corrispondono” a quelle della sentenza del 4 ottobre proprio della Corte di giustizia Ue.
Ovvero la sentenza che non permette di riconoscere come sicuro un Paese se non lo sia in ogni sua zona e per ogni persona. Si tratta dell’ennesima mancata convalida del trattenimento di migranti in questi giorni, il secondo caso da quando è in vigore il dl Paesi sicuri, dopo quello del tribunale di Catania che ha annullato il trattenimento di un egiziano. .