Abbiamo dimenticato in fretta la morte di Satnam Singh, il bracciante di nazionalità indiana scomparso a Cisterna di Latina il 19 giugno 2024 dopo essere stato abbandonato davanti alla sua abitazione privo di un braccio, perso mentre stava lavorando e gettato in una cassetta della frutta. Il processo a carico di Antonello Lovato, l’imprenditore co-titolare dell’azienda presso cui Satnam lavorava (in nero e pagato 4 euro l’ora) che dovrà ora rispondere dell’accusa di omicidio doloso, è iniziato a gennaio. Come si dice in questi casi: la giustizia farà il suo corso. Ma proprio mentre il nuovo rapporto dell’Osservatorio di Vega Engineering rivela che da inizio 2025 sono morte sul lavoro 60 persone, 15 in più dell’anno scorso (+33,3%), da Leinì, comune di poco più di 16mila anime in provincia di Torino, arriva un altro “caso Satnam”.
Stavolta la vittima si chiama Abdelkarim Alaaragarb Ramadan. Trentacinque anni, originario dell’Egitto, sabato scorso l’operaio – che lavorava nell’azienda dello zio – è caduto dal tetto di un capannone alto 10 metri. Invece di chiamare l’ambulanza, i tre colleghi che erano con lui al momento dell’incidente hanno deciso di caricarlo su un’auto e portarlo al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, asserendo che l’uomo era rimasto vittima di un infortunio domestico. Il personale sanitario ha mangiato la foglia, capendo immediatamente che c’era sotto qualcos’altro. Le ferite riportate da Abdelkarim, difatti, erano incompatibili con una caduta in casa. Una volta giunti sul luogo dell’incidente, Carabinieri e Vigili del fuoco hanno trovato l’area linda e pinta. Qualcuno, in fretta e furia, aveva ripulito tutto. La Procura di Ivrea indaga per omicidio colposo, anche se al momento non ci sono indagati.
Al di là di come proseguirà l’inchiesta, è la – triste – storia che si ripete. Una tremenda versione del gioco dell’oca. Non c’è patente a punti, o a crediti che dir si voglia, che cambi davvero le cose. Secondo i dati Inail, lo scorso anno sono state 1.090 le vittime sul lavoro in Italia, quasi il 5% in più rispetto alle 1.041 del 2023. In aumento sono risultate le denunce per i lavoratori stranieri, passate da 155 a 176. Parliamo solo dei numeri “ufficiali”, ma se consideriamo che nell’agricoltura e nel settore domestico i tassi di lavoro irregolare sono pari – rispettivamente – a oltre due volte e a quasi cinque volte quello complessivo (11,3% nel 2023), si capisce che siamo palesemente davanti a una sottostima. Il governo continua a chiudere gli occhi. Aspettando la prossima tragedia, e quella dopo ancora.