di Stefano Sansonetti
Sembrerebbe avere buone chance di diventare presidente della fondazione Mps, l’ente che ancora controlla la banca senese. Al centro della scena c’è Francesco Pizzetti, ex Garante della privacy, che si sta giocando una partita di assoluto rilievo. Il suo nome, in questi giorni, è stato presentato come sinonimo di rottura rispetto a certe logiche cittadine che hanno portato al tracollo l’istituto di credito nell’era di Giuseppe Mussari. Ma Pizzetti è davvero così slegato da certi ambienti, come dire, senesi? La risposta, con tutta la buona volontà, non può essere affermativa. Basti pensare, tanto per fare un esempio, a uno degli “appoggi” più importanti che può vantare Pizzetti. Si tratta di Franco Bassanini, già ministro della funzione pubblica con Romano Prodi e oggi presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Ma soprattutto uomo molto forte in quel di Siena, all’epoca addirittura sponsor di Mussari. Ma procediamo con ordine.
L’asse Pizzetti-Bassanini
L’ex Garante della privacy è stato consigliere giuridico di Bassanini dal 1998 al 2001. Per molti anni, poi, ha goduto di una poltrona all’interno del direttivo di Astrid, il pensatoio guidato dall’ex ministro. Di più, perché Pizzetti vanta ancora oggi un posto nel comitato scientifico del think tank. Senza contare tutte le pubblicazioni sulle riviste edite dal medesimo pensatoio: nel 2012 a firma di Pizzetti sono apparsi due articoli, uno dal titolo “Le nuove province e le nuove forme di articolazione della democrazia”, e l’altro titolato “L’istituzione delle città metropolitane”. Ma gli esempi sono infiniti. Dal sito dell’Università di Torino, dove è ordinario di diritto costituzionale, vengono fuori centinaia di pubblicazioni di Pizzetti. Tra queste ce ne sono 31 per il bimestrale Le Regioni, edito da Il Mulino. Ebbene, chi c’è, tra gli altri, nel comitato scientifico della rivista? Naturalmente Bassanini, come emerge dal sito internet. Ma il legame tra Pizzetti e Bassanini è ancora più profondo e risale a diversi decenni fa, ai tempi in cui i due erano giovani accademici. Insomma, non esiste chi possa negare una relazione strettissima.
Bassanini e Siena
Il fatto è che proprio Bassanini, a sua volta, vanta un legame più che speciale con Siena. Basti ricordare velocemente il fatto che l’ex ministro per ben due volte, nel 1996 e nel 2001, è stato eletto al senato nel collegio uninominale di Siena. Basti ricordare che la fondazione Mps (con molte altre), prima del tracollo della banca legato alla vicenda dell’acquisizione di Antonveneta, era azionista della stessa Cassa Depositi e Prestiti di cui Bassanini è presidente. E basti ricordare che l’ex ministro Ds è stato uno dei massimi sponsor dell’ascesa di Mussari al vertice della fondazione prima, e della banca poi, insieme a Giuliano Amato, che le stesse fondazioni bancarie ha inventato con una sua legge del 1990. Sarebbe superfluo elencare le decine di convegni a cui Bassanini e Mussari hanno partecipato gomito a gomito, le decine di incontri al vertice a cui entrambi hanno presenziato. Perché, a Siena e ovunque, tutti sanno dello strettissimo legame esistente tra l’ex presidente della banca e l’ex ministro.
Naturalmente nessuno intende applicare sic et simpliciter la regola della proprietà transitiva. Ma è un fatto che Pizzetti, nel caso dovesse farcela, si sistemerà sulla poltrona di presidente della fondazione Mps “spinto” anche da Bassanini, un personaggio che nel passato di Mps ha contato molto. Certo, Pizzetti vanta anche un solido legame con Prodi. Ma non sembra del tutto appropriato dire, come pure è stato fatto, che il suo nome rappresenti un elemento di rottura. La deputazione della Fondazione si riunirà alla fine di questa o all’inizio della prossima settimana. Vedremo come si chiuderà una delle partite più delicate che Pizzetti si sta giocando. Consapevole che il suo nome a Siena non mette d’accordo tutti.