Un 25 aprile più sobrio: i sindaci di destra si allineano al governo

C'è chi vieta di cantare Bella Ciao, chi di tenere un corteo, chi di fare comizi. In nome della "sobrietà", i sindaci di destra si adeguano

Un 25 aprile più sobrio: i sindaci di destra si allineano al governo

Da Orbetello (Grosseto) a Genazzano (Roma), da Ono San Pietro e Cividate Camuno (Brescia) a Cinisello Balsamo (Milano) a Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola), fino a Trieste, le amministrazioni di centrodestra hanno deciso di imporre la “sobrietà” ai festeggiamenti del 25 aprile. Cioè li hanno annullati o fortemente ridimensionati. Suscitando le proteste dell’Anpi e delle associazioni.

A Orbetello, per esempio, il Comune ha negato l’autorizzazione all’uso del suolo pubblico all’Anpi nel Parco delle Crociere: non era mai successo. A Domodossola, città simbolo della Resistenza, luogo che fu sede della Repubblica dell’Ossola, primo esempio – nel settembre-ottobre 1944 – di autogoverno di un territorio liberato, il sindaco Lucio Pizzi “nel rispetto del lutto nazionale per la scomparsa del Santo Padre e considerato anche il richiamo alla sobrietà”, ha cancellato il corteo che avrebbe dovuto sfilare da piazza Repubblica dell’Ossola fino al monumento ai caduti. Cancellata anche la banda musicale. Una decisione che ha scatenato le polemiche dell’Anpi provinciale del Verbano-Cusio-Ossola.

“Siamo veramente contrariati da questa scelta – dice il presidente Franco Chiodi – sulla quale tra l’altro avremmo auspicato anche un minimo di confronto. Riteniamo che il rispetto del lutto nazionale non sia infranto da un corteo. Quindi noi come Anpi proporremo di partecipare a un concentramento davanti al Comune poi insieme fino a Piazza Matteotti, dove parteciperemo agli eventi già programmati in precedenza”.

Niente Bella Ciao in Valcamonica

E se a Trieste la giunta comunale ha rifiutato il patrocinio alle celebrazioni, a Romano di Lombardia (Bergamo) il presidente del Consiglio comunale leghista ha detto no a “brani musicali, inni e canti” a eccezione del Silenzio e dell’Attenti, escludendo quindi di fatto Bella Ciao. “Non si potrà impedire ai cittadini di cantarla” la replica battagliera dell’Anpi.

A Cinisello Balsamo, il sindaco leghista Giacomo Ghilardi ha deciso di cancellare gli interventi successivi al suo. Le associazioni combattenti, partiti e sindacati hanno deciso che saranno in piazza e faranno comunque i loro interventi. “Disobbedire è necessario – ha commentato il segretario generale della Cgil di Milano Luca Stanzione – perché la memoria della Resistenza non si cancella e non si riduce. Saremo in piazza per difendere i valori fondativi della Repubblica”. Sobrissimi i due borghi della Valcamonica, Ono San Pietro e Cividate Camuno (dove il sindaco è il coordinatore locale di FdI), che le celebrazioni le hanno proprio annullate.

Fratoianni: “Siamo al revisionismo”

“Questa sarebbe la sobrietà raccomandata dal governo Meloni? O forse si chiama revisionismo, volgare ed ottuso”, commenta l’Avs Nicola Fratoianni, “Più che sindaci che hanno giurato sulla Costituzione repubblicana nata da quel 25 aprile di 80 anni fa – aggiunge il leader di SI – sembrano piuttosto caricature del Galeazzo Musolesi delle Sturmtruppen. È per questo che anche in tutte queste realtà, ne sono convinto, ci saranno comunque i cortei, ci saranno gli interventi di coloro che non si vergognano a dirsi antifascisti e anzi ne sono fieri, e risuoneranno i canti partigiani e della libertà”.