I tempi cominciano ad essere decisamente risicati: la formazione della Commissione di Ursula von der Leyen, la ripartizione dei portafogli e i tempi per la presentazione formale al Parlamento europeo adesso dipendono da quando l’Italia designerà il suo commissario e dal nome che verrà proposto dallo stesso Governo. Ovviamente non parliamo di una casella secondaria e questo spiega perché il puzzle dell’esecutivo tocca inevitabilmente anche questa nomina. L’annuncio ufficiale della squadra sta già subendo un ritardo a causa della crisi politica in Italia e della mancata nomina del commissario europeo entro la scadenza del 26 agosto che era stata posta da von der Leyen.
La presidente eletta della Commissione – secondo quanto si apprende a Bruxelles – avrebbe voluto annunciare la sua squadra già questo venerdì, ma è stata costretta a rinviare alla prossima settimana. Anche la ripartizione dei portafogli dipende dalla scelta dell’Italia, che è considerata uno dei pesi massimi tra gli Stati membri. Von der Leyen, che è al lavoro da una settimana sui portafogli, potrebbe fare degli adattamenti in funzione delle richieste italiane e del candidato commissario. Se l’Italia dovesse esprimere una preferenza per un portafoglio, non è escluso che von der Leyen chieda la nomina di una personalità specifica.
“Prima avremo i nomi dei candidati proposti, meglio è perché il presidente eletto potrà incontrali e iniziare la riflessione sul portafoglio sulla base di competenze e esperienze”, ha detto oggi la portavoce della Commissione, Mina Andreeva. Oltre alla mancata nomina del commissario da parte dell’Italia, ci sarebbero problemi per alcuni candidati proposti dagli Stati membri, in particolare i due nomi avanzati dalla Romania. In ogni caso, per quanto riguarda il nostro Paese, resta forte la candidatura del presidente del Pd ed ex inquilino di Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni.
I renziani, però, non vorrebbero perdere la possibilità di piazzare un candidato vicino al giglio magico. Ed è per questo che sullo sfondo restano anche i nomi di Pier Carlo Padoan (che, tuttavia, sarebbe difficilmente accettabile per i Cinque stelle). In alternativa – e se dovesse restare fuori dalla squadra di Governo – c’è anche il nome di Graziano Delrio. Un nome, però, che è stato fatto è anche quello di Roberto Gualtieri, eurodeputato di lungo corso e profondo conoscitore della macchina di Bruxelles.