Cancellazione dei debiti accumulati dai governi per rispondere al Covid, Eurobond permanenti, nuovo Mes gestito direttamente dalle istituzioni europee e riforma dei trattati per eliminare il diritto di veto in tutti gli ambiti della politica dell’Unione. E’ questa la ricetta che il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ritiene indispensabile per uscire dalla crisi innescata dalla pandemia. Proposte che il presidente del Parlamento europeo – in costante contatto con i leader nazionali e con i vertici delle altre istituzioni Ue – lancia dalle colonne di Repubblica, a pochi giorni dalla chiusura del negoziato tra la sua istituzione e i governi sul Recovery Fund.
“Ci sono disperazione e miseria, iniziano ad aprirsi crepe sociali: quanto deciso fin qui – afferma Sassoli aprendo un squarcio sul dibattito che probabilmente occuperà le cancellerie nel 2021 – è di estrema importanza e caratterizzerà l’Europa nei prossimi anni. Adesso però dobbiamo avviare una grande riforma per dare più governo e più sovranità all’Unione”.
“Ha ragione Paolo Gentiloni – sottolinea il presidente dell’Europarlamento – quando sostiene che è inutile pensare di riattivare il Patto di Stabilità prima del 2023. Non possiamo permetterci un ritorno brusco di quelle regole prima che i paesi abbiano recuperato la crescita persa durante il Covid. Abbiamo bisogno che tutti gli Stati membri s’impegnino in riforme fiscali coordinate a livello europeo, in modo da sviluppare politiche redistributive. Molti combattono con la povertà, ma altri hanno guadagnato dalla crisi. Il contributo dei privilegiati è importante per ridurre le diseguaglianze”.
“Dobbiamo prendere sul serio il richiamo della presidente Lagarde – aggiunge Sassoli – e rendere definitivo l’indebitamento comune. E’ necessario rendere permanenti le emissioni di debito comune e creare un Tesoro a livello europeo. Abbiamo avuto un grande successo con i bond di Sure e avremo un grande successo con quelli del Recovery. E’ un modello da rendere definitivo. Con bond europei potremmo impegnare la Bce nel finanziamento della transizione ecologica, che è anche uno strumento della ripresa. Si tratta di un tema decisivo che potrebbe consolidare davvero l’Unione”.
Alla domanda se pensa sia anche necessario e possibile cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere al Covid, risponde: “E’ un’ipotesi di lavoro interessante, da conciliare con il principio cardine della sostenibilità del debito. Nella riforma del patto di stabilità dovremo concentrarci sull’evoluzione a medio termine di deficit e spesa pubblica in condizioni di crisi e non solo ossessivamente sul debito”.
“Se la linea di credito sanitaria del Mes fosse stata usata subito – prosegue Sassoli – sarebbe stata utile. Ma dobbiamo prendere atto che su quello strumento pesa il ricordo della crisi del 2008 e che ormai è anacronistico. Oggi quale paese con il Recovery, l’allentamento del Patto, Sure ed Eurobond si avvarrà del Mes? Nessuno. Dobbiamo essere pragmatici, ma dobbiamo anche dire che di fronte alla sofferenza che vediamo in tutti i paesi lasciare nel congelatore 400 miliardi sarebbe intollerabile. Per rendere utile il Mes serve discontinuità: è necessario riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo”.
“Dobbiamo ragionare con una mentalità nuova. Non solo sul Mes – ha detto ancora il numero uno dell’Europarlamento -, ma più in generale sulla governance dell’Unione, che va riformata. Per cambiare il governo dell’Europa bisogna mettere mano ai trattati. Innanzitutto per eliminare il diritto di veto in capo ai singoli governi, uno strumento anacronistico in quanto al giorno d’oggi servono decisioni rapide, anche a beneficio dei cittadini e degli stessi governi.
Servono nuovi trasferimenti di competenze, ovvero di poteri, dagli Stati nazionali all’Unione”.