Passano i mesi, si aggrava la situazione ma sull’Ucraina il governo continua a tenere l’elmetto sulla testa e a mostrare insofferenza alle critiche. Qualcosa che è apparso evidente ieri nel question time alla Camera del ministro della Difesa Guido Crosetto che, nel volgere di poche battute, si è trasformato in un duello a distanza con il deputato e capogruppo di M5S in commissione Difesa, Marco Pellegrini. Questa volta l’interrogazione al cofondatore di Fratelli d’Italia verteva sulla notizia dell’Espresso secondo cui “ci sono vendite dirette da parte dell’Italia e di industrie italiane di armi ed equipaggiamenti militari all’Ucraina” e per la quale il pentastellato chiedeva di conoscere “qual è la base giuridica su cui poggerebbero questa vendita, queste cessioni di armi, posto che il decreto-legge n. 14 del 2022, all’articolo 2-bis, identifica esattamente le modalità di cessioni di armamenti e di equipaggiamenti militari da parte dell’Italia al Governo ucraino e non ne prevede di diverse”.
Crosetto sostiene che nessuna norma vieta le forniture di armi all’Ucraina
Domanda a cui ha risposto Crosetto spiegando, in apertura del proprio intervento, di prendere “atto con stupore, per l’ennesima volta, della perdurante tendenza a rivolgere alla Difesa quesiti che, in buona parte, esulano dalle competenze della Difesa, però mi sono quasi abituato”. Subito dopo ha ulteriormente puntualizzato che “anche nell’articolo menzionato da lei, in tema di materiali di armamento, si chiarisce la distinzione tra la cessione, che è pertinenza del Dicastero della Difesa per quanto riguarda i pacchetti di aiuti che sono stati fatti, e la vendita, che è un tema totalmente estraneo alla Difesa e che, come lei dovrebbe sapere, è di competenza di Uama”, cioè “del Ministero degli Affari esteri che è titolare della materia”.
Detto questo, prosegue il cofondatore di Fratelli d’Italia, “ho già avuto modo di ribadire come tanto la posizione comune dell’Ue n. 944 del 2008, quanto il Trattato sul commercio delle armi prevedono che l’autorizzazione all’esportazione sia determinata sulla base di precise ed esaustive valutazioni sul rischio che i singoli materiali possono rappresentare in funzione del loro utilizzo. Anche quando il Trattato, nei casi più gravi, prevede esplicitamente il divieto di esportazione, questo è riferito a specifici materiali e non a valutazioni o previsioni generali sulla condotta di uno Stato”.
Nel 2023 l’export di armi ha raggiunto 417 milioni di euro
“Nel caso specifico dell’Ucraina, diversamente da quanto da lei prospettato, la fornitura di armi a Kiev, che sta esercitando il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta Onu, non è vietata dalla legge n. 185 del 1990” e “già all’indomani dell’aggressione russa del febbraio 2022, pertanto, sono state autorizzate diverse esportazioni da parte di aziende italiane ai sensi della legge n. 185 del 1990”. A questo punto Crosetto insiste spiegando anche le cifre di tali operazioni, spiegando che nel 2023 “hanno raggiunto un valore di 417 milioni di euro”, puntualizzando di fornire “questi dati, che ho chiesto al Ministero degli Affari esteri, per poter essere gentile e cortese e rispondere alla sua interrogazione”.
Una risposta che non ha affatto convinto il gruppo M5S. Infatti nella controreplica, Pellegrini ha detto molto chiaramente di ritenersi “assolutamente insoddisfatto dalla cortese risposta del Ministro Crosetto” che “non ha centrato qual è il dato politico. Questo Parlamento, nel 2022, ha deciso di derogare alla legge n. 185 del 1990, che vieta la vendita e la cessione di armi a Paesi belligeranti e a Paesi in conflitto. Questa deroga fu fatta proprio per consentire all’Ucraina il suo legittimo diritto di difendersi”. Il punto dell’interrogazione, prosegue il pentastellato, verteva “su una questione politica e, cioè, il fatto che questo Parlamento intende essere informato sulle cessioni e anche sulle vendite che vengono fatte all’Ucraina, perché pretende il rispetto della legge n. 185 del 1990”.
I deputati M5S pronti a chiamare pure Meloni a riferire in Parlamento
Del resto proprio con la deroga “questo Parlamento aveva perimetrato come dovevano essere fatte quelle cessioni di armi al Governo ucraino, al governo di Kiev” e con quanto fatto “si è tradito lo spirito che aveva deciso di seguire questo Parlamento, nel 2022”. Tutte ragioni per le quali il pentastellato ha annunciato anche una informativa sul caso alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma non è tutto. Successivamente lo stesso Pellegrini è tornato a commentare le risposte del ministro spiegando che quanto accaduto in Aula è la “solita e ridicola scenetta interpretata da Crosetto, secondo cui la Difesa non c’entra nulla con l’export di armi quando invece il suo ministero è pienamente coinvolto nella procedura autorizzativa della vendita di armi all’estero che fa capo alla Farnesina”.