“Si può morire per mano di un killer o per morte procurata: provocata direttamente o meno è sempre un omicidio. Il Cremlino ha una responsabilità enorme”. È quanto ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani nel corso di un forum Ansa. “La posizione del governo è molto chiara: in tutti gli atti ufficiali c’è stata unità di visione. La condanna dell’accaduto non è mancata dalla Lega”, ha aggiunto circa il caso Navalny.
Tajani: “Non siamo in guerra con la Russia. Ci auguriamo che si possa arrivare a una trattativa”
“Ho incontrato la signora Navalny a Bruxelles, ho ribadito la vicinanza degli italiani e ho colto da lei la voglia di andare avanti. È una donna forte, anche se fortemente provata dalla morte della persona con cui ha condiviso tanti anni della sua vita”, ha detto Tajani aggiungendo l’auspicio che “le cose possano migliorare in Russia e possa prevalere la libertà d’espressione e la vera democrazia”.
“Noi lavoriamo per la pace e per impedire che ci sia una vittoria della Russia – ha detto il ministro degli Esteri-, noi vogliamo una pace giusta che significa il rispetto del diritto internazionale e la liberazione del territorio occupato dai russi. Ci auguriamo che si possa arrivare a una trattativa, ma non possiamo rinunciare alla difesa della libertà e del diritto internazionale. Non siamo in guerra con la Russia”.
“La sconfitta dell’Ucraina porterebbe al dominio russo e non a una pace”
“L’Italia sente forte la responsabilità di marcare in modo solenne il proprio chiaro e fermo sostegno a Kiev, vogliamo essere all’altezza del momento: l’aspettativa ucraina è molto forte” e, “alla luce degli ultimi drammatici sviluppi sul terreno, Kiev ha intensificato gli appelli alla compattezza degli alleati. Mai come in questo momento – ha detto ancora Tajani – è importante sottolineare la volontà di assicurare al Davide aggredito i mezzi per difendersi contro il Golia russo: solo questa è la via per arrivare a una pace giusta e duratura”, perché, “la sconfitta dell’Ucraina porterebbe al dominio russo e non a una pace”.
“Il futuro di Kiev è nella famiglia europea”
“Il futuro di Kiev è nella famiglia europea: il percorso di adesione all’Unione andrà gestito con visione politica, sulla base del merito e dei progressi nelle riforme – ha sottolineato Tajani -. Abbiamo un preciso dovere politico e morale di aiutare un Paese sovrano che combatte per la propria sopravvivenza”, ha sottolineato. “Aiutare l’Ucraina vuol dire difendere la nostra stessa libertà e i nostri valori, tutelare le regole di convivenza che sono alla base del sistema internazionale: è un’esigenza che riguarda tutti noi. La sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa”, ha aggiunto il vicepremier.
“È nostra intenzione assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento”
“Il nostro accordo, come quelli stipulati da Francia, Germania e Regno Unito, non sarà giuridicamente vincolante”. Dall’intesa sulla cooperazione di sicurezza tra Italia e Ucraina “non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale, nè impegni finanziari” e “non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare”, ha spiegato Tajani.
“La nostra intesa bilaterale non richiederà quindi la procedura di ratifica parlamentare. E’ evidente però che, alla luce dell’impegno politico che il governo si appresta ad assumere, è nostra intenzione assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento”, ha aggiunto.