dalla Redazione
Almeno tre persone sono morte e 13 sono rimaste ferite nel corso di scontri armati tra le forze di polizia ucraine e quelle dei filorussi scoppiati ieri sera e proseguiti nella notte a Mariupol, nella regione ucraina orientale di Donetsk. Lo ha reso noto il ministro degli Interni di Kiev Arsene Avakov. La tensione nella regione è sempre più alta, ai limiti della guerra civile. La Nato si mobilita per tentare una mediazione diplomatica che possa portare alla tregua. Oggi vertice a Ginevra con Europa, Russia, Stati Uniti e Ucraina.
«Spero tanto di non dove usare il diritto concessomi dal parlamento di impiegare la forza in Ucraina, spero tanto che la situazione possa essere risolta con mezzi politico-diplomatici», ha detto il presidente russo Vladimir Putin nella sua linea diretta con il Paese. Putin si è detto fiducioso che si possa trovare «una soluzione di compromesso» che allevi la tensione in Ucraina. Il capo del Cremlino sta rispondendo alle domande dei cittadini nella sua tradizionale maratona radio-tv.Putin ha tuttavia sottolineato che «la Russia deve fare ogni cosa per aiutare la popolazione che parla russo a difendere i propri diritti in Ucraina».
Morti e feriti, secondo Avakov, sono tutti del fronte filorusso. Secondo la sua versione, ieri sera 300 sconosciuti armati hanno assaltato la sede delle truppe del ministero dell’interno di Mariuopol, città sul Mar Nero ad una trentina di km dal confine con la Russia, tentando di sfondare la porta d’ingresso, lanciando bottiglie molotov e chiedendo la consegna delle armi. I militari ucraini dapprima hanno sparato in aria a scopo intimidatorio, poi hanno aperto il fuoco riuscendo a disperdere gli aggressori. Successivamente è iniziata una operazione di rastrellamento, tuttora in corso, nella quale sono state fermate 63 persone e sequestrate armi, nonché mezzi di collegamento e telefoni di operatori russi. Sul posto sono stati inviati elicotteri e uomini dei reparti speciali Omega.