“La strategia utilizzata sulla guerra in Ucraina, con l’avallo del governo Meloni, è palesemente sbagliata. E sono i risultati a dirlo. Sul piano militare siamo davanti a un fallimento, sul piano economico la Russia è più forte e l’Europa è più debole. Macron dice quello che altri non hanno il coraggio di dire e dimostra il fallimento della strategia utilizzata fino a questo momento. È ora di dire basta: serve lavorare per costruire la pace”. È quanto ha detto a a Tagadà il capogruppo M5s alla Camera, Francesco Silvestri.
Silvestri: “La strategia utilizzata sulla guerra in Ucraina, con l’avallo del governo Meloni, è palesemente sbagliata”
“La folle e cieca strategia bellicista sta coerentemente andando verso il suo inevitabile e drammatico epilogo – ha dichiarato in aula la deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli, intervenendo in discussione generale sulle missioni militari all’estero -: l’invio di truppe Nato, che rischierebbe di coinvolgere le nostre truppe schierate lungo la nuova cortina di ferro che corre dal Baltico al Mar Nero dove abbiamo oggi il più possente schieramento militare italiano mai visto nel dopoguerra. Di fronte al rischio concreto che le nostre forze armate oggi schierate in funzione di deterrenza, si ritrovino in prima linea in una guerra della Nato contro la Russia, pretende da questo governo un impegno, non a parole ma con i fatti, per fermare questa escalation prima che sia troppo tardi”.
Pavanelli: “Kiev è ancora nella posizione di trattare la pace”
“Oggi – ha aggiunto l’esponente del Movimento – l’Ucraina è ancora nella posizione di trattare la pace: tra qualche mese rischia di trovarsi a trattare una resa. Inoltre, il M5s chiede al governo la garanzia che la nostra partecipazione alla missione europea di addestramento delle forze armate ucraine non diventi mai il veicolo legale di un coinvolgimento diretto nel conflitto”.
“Il governo venga preventivamente qui in Parlamento per ricevere da esso il mandato politico sul da farsi”
“Per questo pretendiamo che nel caso in cui il Consiglio Ue proponga di estendere le attività di addestramento al territorio ucraino, il governo venga preventivamente qui in Parlamento per ricevere da esso il mandato politico sul da farsi: se tra qualche mese si deciderà a livello Ue che dobbiamo mandare i nostri soldati addestratori in Ucraina al fronte, ‘boots on the ground’ come si dice in gergo, questa decisione deve passare al vaglio del Parlamento. Ci pare il minimo” conclude Pavanelli.