Ucraina, Liliana Segre ha lanciato un appello rispetto al conflitto che da un mese si è abbattuto in un territorio non troppo lontano dall’Italia. Ha ricordato le similitudini delle sofferenze patite nella sua infanzia a quelle delle migliaia di civili ucraini oggi.
Ucraina, Liliana Segre rivede la sua infanzia nel conflitto
La senatrice a vita, Liliana Segre, in un passaggio del suo intervento in videocollegamento con il 17/o Congresso nazionale dell’Anpi, ha parlato della situazione e del conflitto in Ucraina. Dal suo discorso sono emersi i ricordi di infanzia che riportano alle atrocità che stanno subendo migliaia di civili. “La guerra assurda e sanguinosa che all’improvviso è tornata a sconvolgere il cuore della nostra Europa provoca in me un orrore che non mi è facile descrivere – ha osservato la senatrice sopravvissuta all’Olocausto- quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l’ultima volta e tornano indietro per combattere. Quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino a noi“.
Video-messaggio trasmesso al Congresso dell’Anpi di Riccione
La senatrice Segre sottolinea come sia necessario e quanto debba essere importante sostenere il popolo ucraino: “La resistenza del popolo invaso rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria che l’articolo 52 della Costituzione prescrive addirittura come sacro dovere. Dunque non è concepibile nessuna equidistanza. Se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione e per non perdere la propria libertà”.
Infine, fa appello alla Costituzione che condanna senza se e senza ma la guerra come strumento offensivo: “Anche rispetto a questa mostruosità della guerra, la nostra Costituzione ci offre una guida sicura. L’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta proprio l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 ci insegna a ‘ripudiare’: la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”.