dalla Redazione
Yanukovych grida al golpe. 9 agenti uccisi. Fatto fuori anche un giornalista Mosca. 25 morti tra i manifestanti. La notte di Kiev è stata di sangue e di fuoco, nonostante l’incontro tra il governo e i leader dell’opposizione che ha portato la gente in piazza. Dei manifestanti hanno preso d’assalto nella notte diversi edifici pubblici a Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, tra cui la sede della Polizia e quella dei servizi speciali, e si sono impadroniti di armi in un deposito militare. A Leopoli, bastione nazionalista vicino alla frontiera polacca, circa 500 oppositori hanno gettato pietre contro il palazzo della Regione prima di entrarvi senza incontrare resistenza. Un centinaio di manifestanti ha poi preso d’assalto un commissariato di Polizia erigendo una barricata e incendiando i mobili estratti dall’edificio. Quindi hanno occupato la sede locale dei Servizi speciali, vi hanno appiccato il fuoco e hanno distrutto diversi veicoli in sosta nel garage. Hanno anche bruciato dei documenti. Un centinaio di manifestanti hanno assalito invece l’ufficio delle imposte, senza incontrare resistenza. Nella regione di Ternopil i manifestanti hanno gettato delle bottiglie molotov contro il commissariato di Polizia, che si è incendiato, secondo quanto riferito dalla polizia locale. A Ivano-Frankivsk, sempre nell’ovest, una cinquantina di manifestanti incappucciati hanno assalito e occupato il palazzo della Regione.
Per tutta la giornata e la nottata di ieri una vera e propria battaglia è andata avanti per ore, proprio mentre il parlamento di Kiev stava discutendo le riforme che dovrebbero aprire la via a un compromesso tra autorità e opposizione, mostra che i manifestanti non hanno intenzione di lasciare piazza Maidan.
“Questa è una palese violazione della legge e gli autori di tutto ciò dovranno comparire davanti alla giustizia”, ha detto Yanukovych.
“Senza avere un mandato dal popolo, questi cosiddetti politici hanno cercato di prendere il potere, violando la Costituzione, perseguendo la violenza e l’omicidio”, ha replicato il capo di stato sempre più traballante nella sua posizione di leader, in riferimento ai sanguinosi scontri delle ultime ore.
L’attacco di ieri è scattato un paio d’ore dopo un ultimatum, annunciato dal Ministero dell’Interno ucraino: se dopo le 18 locali i disordini fossero proseguiti, le forze di sicurezza sarebbero state costrette a “ricorrere ad azioni dure” . Oggi una quiete irreale ha accolto le prime luci del sole, tra
canzoni rivoluzionarie e preghiere che si levavano tra le fila degli oppositori. Ma gli scontri sembrano solo all’inizio e i disordini si estendono ad altre città, a Leopoli stamattina i manifestanti hanno fatto irruzione nella sede locale del ministero dell’Interno.