Doveva essere l’occasione per mandare un messaggio forte a Vladimir Putin, ma il vertice di pace sull’Ucraina che si è tenuto questo weekend a Buergenstock, in Svizzera, rischia di essere ricordato come un clamoroso flop. A lasciarlo pensare è il fatto che, a nemmeno 24 ore dalla conclusione del summit, cresce il numero di Paesi che si sono smarcati dal comunicato congiunto in cui si ribadiva il supporto a oltranza a Volodymyr Zelensky e si chiedeva alla Russia il ritiro delle proprie truppe dal territorio ucraino.
Con una mossa a sorpresa, Iraq e Giordania hanno ritirato la loro firma dalle conclusioni del vertice svizzero, facendo scendere il numero di coloro che hanno sostenuto il documento a 77 su 91 partecipanti. Per effetto di questa decisione, i Paesi che hanno preso parte alla conferenza ma non hanno firmato il comunicato sono aumentati da 12 a 14. Oltre a Iraq e Giordania, a sganciarsi sono stati anche Brasile, India, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Armenia, Bahrein, Indonesia, Libia, Messico e Thailandia.
A questi Paesi si aggiunge anche la Cina di Xi Jinping, che ha dato forfait all’incontro di Buergenstock. Tutte ragioni per le quali il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sentenziato che l’efficacia della conferenza sull’Ucraina è stata “prossima allo zero”, aggiungendo che “la Russia continuerà a cooperare con tutti i Paesi che sono disposti ad approfondire la collaborazione”.
Assenza pesante al vertice di pace sull’Ucraina
Che il vertice fosse destinato a un fragoroso flop, incapace di andare oltre le pure e semplici dichiarazioni di facciata, lo si era intuito dal fatto che la Russia non era stata nemmeno invitata. Una circostanza che rendeva del tutto inverosimile portare a casa un accordo risolutivo e che alla fine potrebbe aver avuto un peso anche nella decisione dei 14 Paesi di smarcarsi dalle conclusioni del summit.
Qualcosa che non è sfuggito alla presidente svizzera, Viola Amherd, che ha fatto capire che Putin potrebbe essere autorizzato a partecipare a un potenziale secondo vertice di pace, nonostante sulla sua testa penda un mandato di arresto della Corte penale internazionale (CPI). Provvedimento dell’Aia a cui la Svizzera, come ogni altro Paese aderente alla Corte, sarebbe tenuta a rispettare, ma che per la Amherd potrebbe essere aggirato visto che “la presenza di Putin è necessaria per tenere una conferenza” che sia realmente efficace e per questo “si può fare un’eccezione” garantendo l’immunità al presidente della Federazione russa.