Se a parole l’Occidente dichiara di voler mettere fine al conflitto tra Ucraina e Russia, nei fatti sembra fare l’esatto opposto. Infatti, come accade da oltre due anni, gli Stati Uniti di Joe Biden e i Paesi europei continuano a insistere con le forniture militari, inviando a Kiev armamenti sempre più avanzati e distruttivi, e progressivamente eliminando ogni restrizione al loro utilizzo.
L’ultima limitazione a cadere, come ampiamente anticipato, è il divieto imposto da USA e Regno Unito sull’uso delle armi a lungo raggio fornite all’Ucraina per colpire in territorio russo; una misura che era stata adottata per evitare il rischio di un’escalation. A darne notizia è il Guardian, che riporta “fonti del governo britannico” secondo cui il via libera “è stato già deciso” e comunicato all’amministrazione di Volodymyr Zelensky. Un via libera che, scrive il prestigioso quotidiano, probabilmente non verrà “formalizzato pubblicamente nemmeno nell’ambito del faccia a faccia” che si terrà “a Washington tra il presidente Biden e il primo ministro, Keir Starmer“.
L’indiscrezione è stata confermata anche da Politico, secondo cui la Casa Bianca sta finalizzando un piano “per revocare alcuni limiti all’uso delle armi donate a Kiev”. Stando a quanto si apprende, l’intenzione degli Stati Uniti è di “estendere la porzione di territorio in Russia” che può essere colpita dall’Ucraina con le armi fornite dal Pentagono. Ma non è tutto. Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, gli Stati Uniti hanno dato anche l’okay a un nuovo pacchetto di aiuti economici e militari per l’Ucraina da 717 milioni di dollari.
Ucraina, cade il tabù dell’uso di armi occidentali in Russia. Dagli Usa e dal Regno Unito arriva il via libera a Zelensky che fa infuriare Mosca
Di fronte a queste indiscrezioni di stampa, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha subito affermato che con questo via libera è evidente “l’aumento del coinvolgimento occidentale nel conflitto”, con “l’Ucraina che, grazie a queste armi, continuerà i suoi attacchi terroristici in Russia”. Ha poi aggiunto che, se le cose andranno così, sarà inevitabile “una dura reazione da parte di Mosca”.
Il crescente coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto è sostenuto anche dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che rende noto che “gli specialisti della Nato stanno coordinando gli attacchi contro obiettivi civili sul territorio russo”, fornendo “oltre alle armi” anche “i dati della sua ricognizione militare e spaziale”, che “vengono utilizzati per determinare la posizione e la distruzione di obiettivi nelle profondità del territorio russo”, inclusi “edifici residenziali, strutture di supporto vitale, infrastrutture energetiche e industriali, ma anche scuole”.
Proprio per questo, in Russia cresce il fronte dei falchi che chiedono a Vladimir Putin di esibire i muscoli. A dirlo è Sergei Karaganov, influente politico, secondo cui il Cremlino dovrebbe dichiarare chiaramente la sua volontà di usare armi nucleari contro i Paesi che “sostengono l’aggressione della NATO in Ucraina”, in quanto “abbiamo il diritto di rispondere a qualsiasi attacco massiccio sul nostro territorio con testate atomiche. Questo vale anche per qualsiasi occupazione del nostro territorio”.