Da un lato, i dubbi degli Stati Uniti stanno spingendo il Regno Unito a frenare sul via libera all’uso delle armi occidentali in territorio russo per evitare il rischio di un’escalation; dall’altro, l’Unione Europea, anziché cogliere l’opportunità per imporsi come forza mediatrice tra Ucraina e Russia, preferisce insistere con l’invio di armi a Kiev e si appresta a votare una risoluzione che potrebbe eliminare le restrizioni all’uso dei missili forniti a Volodymyr Zelensky.
Insomma, sull’aumento del coinvolgimento nel conflitto e del supporto alla causa ucraina, la compattezza dell’Occidente si è frantumata.
Biden convince Starmer a frenare sull’ok a Kiev per usare le armi in Russia
Fa impressione vedere il Regno Unito di Keir Starmer, che dopo aver sostenuto la causa di Zelensky per concedere il via libera all’uso degli Storm Shadow sul suolo russo, pressando gli Stati Uniti di Joe Biden e l’Unione Europea a fare altrettanto, ora sta compiendo una giravolta dichiarando che la Gran Bretagna “non agirà di propria iniziativa” ma intende farlo solo insieme agli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Times, a motivare il dietrofront ci sarebbero i dubbi di Washington, che teme il coinvolgimento della NATO in una guerra aperta con Vladimir Putin.
Davanti ai timori degli Stati Uniti, capaci di convincere Londra a rinunciare al suo interventismo, sarebbe lecito aspettarsi dall’Unione Europea uno slancio in avanti per rilanciare i colloqui di pace, ma le cose non stanno andando in questa direzione. Al contrario, l’Europarlamento si appresta, domani, a votare la risoluzione ‘Continued financial and military support to Ukraine by EU Member States’, che non solo prevede un nuovo ingente stanziamento di fondi in favore di Kiev, ma, secondo quanto trapela, dovrebbe contenere anche un riferimento al via libera all’uso dei missili di lunga gittata in Russia.
L’Unione europea vota la risoluzione per aumentare gli aiuti all’Ucraina
Al momento, si tratta di indiscrezioni perché i gruppi europei stanno ancora trattando i punti del documento, ma che la strada sia quella di incrementare il supporto UE a Zelensky lo si è capito dal dibattito in Aula. Qui Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea con delega all’Economia e commissario per il Commercio, intervenendo nella plenaria di Strasburgo del Parlamento UE per il dibattito sul sostegno finanziario e militare a Kiev, ha detto che “la prima tranche di extra-profitti dai beni russi congelati è stata già incanalata dallo Strumento per la pace per dare equipaggiamento di prima emergenza per la difesa aerea e anche appalti a titolo del ministero della Difesa ucraino”, aggiungendo che “è chiaro che dobbiamo continuare a dare aiuti a Kiev, è esistenziale per la nostra stessa UE”.
Parole che fanno il paio con quelle pronunciate da Ursula von der Leyen, secondo cui “la sicurezza deve essere il cuore della nostra azione: l’Europa deve darsi i mezzi per proteggersi e difendersi, scoraggiando potenziali avversari”.
Ancor più chiara la posizione del gruppo Renew Europe che, in vista della plenaria di domani, ha dichiarato: “I Paesi che forniscono sistemi di difesa all’Ucraina devono eliminare le restrizioni sull’uso delle armi per consentire attacchi contro obiettivi legittimi all’interno del territorio russo”. Il gruppo dei liberali aggiunge, nel comunicato, che “nella risoluzione sul continuo sostegno finanziario, umanitario e militare all’Ucraina da parte degli Stati membri dell’UE, invitiamo l’UE e i suoi Stati membri ad aumentare il sostegno militare all’Ucraina in modo che il Paese possa difendersi efficacemente” in quanto “consegne insufficienti o ritardate di armi e munizioni rischiano di vanificare gli sforzi compiuti finora”.
Il Movimento 5 Stelle dice no all’uso di armi in Russia
Chi non ci sta a questa deriva bellicista è il Movimento 5 Stelle, che ha annunciato la presentazione di una risoluzione alternativa, sostenuta dalla maggioranza del gruppo The Left, in cui si chiede all’UE di puntare sul dialogo tra Ucraina e Russia, anziché sull’invio di armi a profusione e sul loro eventuale utilizzo per colpire il territorio di Mosca. Del resto, per Danilo Della Valle, europarlamentare M5S, si sta continuando ad affermare “il triste copione della narrativa costruita dall’Occidente per giustificare l’escalation militare in Ucraina che divide il mondo fra forze del Bene e forze del Male”.
A suo dire, però, “il mondo è diviso invece tra chi, inviando le armi, pensa di risolvere tutti i problemi e chi invece guarda alla realtà e parla la lingua della verità ai cittadini europei, eliminando ogni retorica da propaganda bellicista che utilizza concetti come vittoria finale o distruzione del nemico. Questa narrativa omette di dire che la strada della vittoria militare sul campo non può non passare per un non coinvolgimento diretto dei nostri eserciti in questo conflitto”.
Nell’Aula dell’Europarlamento “si giustifica l’invio delle armi a oltranza come il prezzo da pagare per la libertà e la democrazia, ma in realtà la libertà e la democrazia sono le prime vittime della vostra folle strategia di guerra (…) Adesso mi chiedo: nella risoluzione che verrà votata giovedì arriverete anche a incoraggiare l’uso dei missili a lungo raggio sul territorio russo? Domani a che punto arriverete? Alle armi nucleari? Adesso basta!”, ha concluso il portavoce M5S Della Valle.