Da un lato, la conferma dell’invio imminente di altre armi all’Ucraina; dall’altro, l’appello alla pace per il Medio Oriente con la sola novità del ripristino dei finanziamenti all’UNRWA. È stato un intervento a tutto tondo quello tenuto dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, davanti alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato.
Un’audizione in cui il titolare della Farnesina, malgrado la speranza di molti in un cambio di passo, ha confermato in toto la linea del governo a partire dal nono pacchetto di armi per l’Ucraina che “sarà presentato” dal ministro Guido Crosetto “al Copasir” e su cui permane “il segreto”, sia sul numero che sulla tipologia degli armamenti. “L’unica cosa nota”, aggiunge il leader di Forza Italia, è che in queste prossime forniture “verrà inviata una batteria Samp-T difensiva per i cieli dell’Ucraina”.
Il summit di pace per l’Ucraina tenuto in Svizzera
Audizione in cui il titolare della Farnesina ha provato a difendere la bontà del vertice di pace, celebrato nel weekend in Svizzera, e che da molti è stato bollato come un fragoroso fallimento.
“Siamo consapevoli che attori globali quali India, Sud Africa, Indonesia, Arabia Saudita, Emirati, Messico e Colombia, pur partecipando ai lavori del Vertice”, “non hanno sottoscritto il documento finale. Sulla posizione di questi Paesi ha certamente influito il desiderio di mantenere una posizione neutrale per non danneggiare le relazioni politiche ed economiche con la Federazione Russa. E soprattutto per avere le mani libere, in vista di prossime tornate negoziali” ha precisato Tajani. Il ministro ha poi spiegato che “quella del Presidente Vladimir Putin non è stata una proposta di pace, ma di resa. E come tale è inaccettabile. La pace è un’altra cosa. E per la vera pace noi continuiamo a lavorare”.
La partita della Nato con l’Ucraina sullo sfondo
Intervento in cui è stato affrontato anche il tema degli impegni presi dall’Italia con la NATO. “Non siamo contrari ad arrivare al 2%” del PIL per la Difesa “ma questo 2% non può essere una cifra puramente contabile, perché siamo un Paese con una presenza militare all’interno della NATO molto importante e garantiamo anche la sicurezza della navigazione, nel Mediterraneo, nei Balcani, contro il traffico di droga e di armi” con missioni NATO e non solo.
Per questo Tajani sostiene che il governo Meloni insisterà affinché “nel 2% venga compreso anche il lavoro che fanno i nostri militari in tutte le missioni” in cui sono impegnati.
Alta tensione in Medio Oriente
Ben più morigerata la posizione sul conflitto nella Striscia di Gaza, dove Tajani, oltre a ribadire la necessità di arrivare al più presto a un accordo di pace, si è detto preoccupato per le condizioni di vita dei civili palestinesi e anche della “situazione al confine tra Israele e Libano”, con le tensioni che anziché affievolirsi si stanno esacerbando sempre più. “Stiamo sostenendo l’iniziativa americana (per la de-escalation con Hezbollah, ndr), ma siamo preoccupati perché c’è un avvicinamento, non un allontanamento, tra le due parti” che sono ormai a un passo dalla guerra.
L’unica vera novità emersa dall’audizione è la decisione del governo Meloni di riprendere “i finanziamenti all’Agenzia per i rifugiati palestinesi UNRWA, per un totale di 5 milioni di euro, destinati a progetti specifici in Cisgiordania e per i rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania”. “La sospensione”, ha ricordato Tajani rispondendo alle opposizioni, “si era resa necessaria per fare chiarezza sulle criticità” denunciate nei mesi scorsi dal primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, e che sono state smentite dal lavoro “della Commissione indipendente, presieduta dall’ex ministra francese Colonna”.