Dall’inizio del conflitto in Ucraina, bambini e adolescenti sono stati costretti a nascondersi sottoterra per circa 920 ore, pari a 38,3 giorni, più di un mese. E più di quattro bambini al giorno sono stati uccisi o feriti.
A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, un report di Save The Children racconta il dramma dei bambini
Questi e altri dati sono stati raccolti nel Rapporto pubblicato da Save The Children e dal titolo Un pesante tributo: l’impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina. Il Rapporto evidenzia le informazioni raccolte a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, lanciato nell’ambito della campagna Bambini sotto attacco, che denuncia il drammatico impatto fisico e psicologico della guerra sui bambini e le gravi conseguenze sulla loro crescita.
Per quanto riguarda le vittime, il bilancio si riferisce solo ai casi effettivamente verificati ma potrebbe essere molto più alto, sottolinea il Rapporto, ricordando che da febbraio 2022 ci sono state almeno 18.657 vittime civili secondo i dati dell’Onu: 7.110 morti e 11.547 i feriti in totale. Un grande rischio per oltre 2 milioni di bambini sono anche le mine e gli ordigni inesplosi: “ci sono ancora milioni di residui bellici esplosivi”.
La maggior parte delle vittime civili sono state causate dall’uso di armi esplosive, anche su larga scala, compresi bombardamenti di artiglieria pesante, razzi, missili e attacchi aerei. Delle centinaia di civili che hanno avuto incidenti con ordigni esplosivi, circa il 40% è morto per le ferite riportate: il 22% di questi sono donne e bambini.
Per oltre 2 milioni di bambini un altro rischio è quello rappresentato dalle mine e dagli ordigni inesplosi
Con un quarto del territorio ucraino esposto alle ostilità, un ulteriore rischio per oltre 2 milioni di bambini è quello rappresentato dalle mine e dagli ordigni inesplosi. Sono già stati rimossi e distrutti oltre 250.000 residui bellici esplosivi da marzo 2022, ma ne rimangono ancora milioni secondo quanto riporta Save The Children.
Il conflitto in Ucraina ha creato un significativo e crescente peggioramento anche dei servizi sanitari materni: si stima che circa il 10% dei bambini sia nato prematuramente. “Il conflitto sta esacerbando la situazione e rappresenta un rischio significativo per la sopravvivenza neonatale” spiega l’organizzazione internazionale.